Doni, «processo da rifare»
Il legale ricusa i giudici del Tnas

Potrebbe essere tutto da rifare il processo sportivo che ha visto l'ex capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni condannato a 3 anni e 6 mesi di sospensione dall'attività. Il suo legale, Salvatore Pino, ha ricusato i giudici del Tnas, il Tribunale nazionale di arbitrato.

Potrebbe essere tutto da rifare il processo sportivo che ha visto l'ex capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni condannato a tre anni e sei mesi di sospensione dall' attività. Il suo legale, infatti, Salvatore Pino, ha ricusato i giudici del Tnas, il Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport in quanto gli stessi giudici avrebbero «anticipato il giudizio» condannando l'Atalanta a 6 punti di penalizzazione pur in presenza di un vizio di notifica degli atti del processo penale che invece il calciatore aveva fatto valere.

L'Alta corte di giustizia, a cui il legale dell'atalantino ha fatto ricorso, non ha deciso sul ricorso in presenza di una «carenza d'interesse». A questo punto, la parola torna al Tnas che, però, (in diversa composizione) dovrà decidere sulla scorta di nuove carte acquisite nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cremona che dimostrerebbero, secondo l'avvocato Pino, che la partita Atalanta-Piacenza del 21 marzo 2011, così come raccontato dal «pentito» Carlo Gervasoni secondo cui la gara di fatto, era già stata combinata prima dell' inizio. Di conseguenza, per Doni potrebbe trattarsi di omessa denuncia, e non di illecito sportivo. Una fattispecie che prevede pene più lievi per la Giustizia sportiva.

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