Treni, aerei e autostrade
Tra flop, news e incompiute

Il 2014 delle infrastrutture e dei trasporti se ne va in archivio con qualche novità, molte incompiute e tanti, troppi, punti di domanda.

Cominciamo con le notizie positive, o supposte tali: habemus Brebemi, dal luglio scorso, ora bisogna solo trovare le auto che la percorrano. La situazione è destinata a mutare con la nuova Tangenziale est esterna di Milano? Sicuramente migliorerà, ma che i flussi attesi siano quelli alla base del Piano economico finanziario è tutto un altro paio di maniche. Di certo Brebemi può essere l’asse intorno al quale ordinare in modo diverso la mobilità della parte meridionale della Lombardia e in primis della provincia di Bergamo. Con un’altra autostrada? Il progetto c’è, le perplessità pure. Di certo gli attuali tempi di percorrenza sulla Bergamo-Treviglio sono semplicemente fuori dal mondo: un nuovo nastro d’asfalto ad aprire in due i paesi della zona non lascia francamente tranquilli, un’adeguamento della viabilità esistente non pare proprio a portata di mano. Chi vivrà vedrà. O forse no, considerato l’andazzo generale.

A proposito di vedere, chi ha visto Pedemontana è pregato di battere un colpo, grazie. C’è grande esultanza per la realizzazione della prima tratta e delle tangenziali di Como e Varese, ma la Pedemontana è un’altra cosa. Talmente complessa dal dubitare della sua effettiva realizzazione: per contemperare le esigenze di un territorio antropizzato da fare paura, il tracciato è diventato simile ad un elettrocardiogramma impazzito e i costi letteralmente esplosi. Nota bene: se per la Bergamasca c’è un’opera fondamentale è proprio quella, diversamente non la staremmo inseguendo da metà anni ’60. Assodato che non sarà pronta per l’Expo, bisogna inventarsi un altro traguardo planetario al quale tendere, diversamente l’innesto sull’A4 resterà nel libro dei sogni, e la mobilità sull’area tra Bergamo, Como, Varese e la Brianza in quello degli incubi.

E meno male che c’è Orio e relativo aeroporto, verrebbe da dire: al netto dei problemi (non pochi) ambientali che crea, lo scalo resta la sola porta d’entrata e d’uscita tra Bergamo e l’Europa. Nonostante qualche sgambetto milanese (amplificato alla bisogna in loco...) il 2015 dovrebbe essere l’anno della chiusura della questione Montichiari, con il suggello del patto tra Bergamo e Venezia (con Verona vagamente convitata di pietra) per una gestione comune. Poi si vedrà, cominciando proprio da Milano e dal suo amletico dubbio tra Linate e Malpensa: dopo tre lustri abbondanti il bilancio segna un (demi) hub in agonia e un city airport con fior di numeri. Il giorno che i milanesi proveranno a guardare in casa propria e smettere di pensare che sia sempre colpa altrui, forse ne verranno ad una: il concetto non è nostro ma del presidente della veneziana Save, Enrico Marchi. Ma le sottoscriviamo senza se e senza ma.

Last but not least, le ferrovie. Anzi, last e basta... La situazione è sotto gli occhi di tutti: il progetto Trenord sta mostrando fior di limiti, evidenziati particolarmente nel periodo in cui Roberto Maroni è arrivato al Pirellone. Lo dicono i numeri e, quel che più conta, Maroni stesso... Alle porte c’è un banco di prova pesante come l’Expo, che potrebbe davvero segnare uno spartiacque: nel bene o nel male. Nel frattempo i pendolari lombardi aspettano i treni promessi da anni e un po’ di buona sorte. Se maiuscola o minuscola fate voi.

Ps. Ah, il 2014 ci ha lasciato in eredità anche il restyling della stazione di Bergamo. E qui c’è oggettivamente poco da dire: difficile immaginare un progetto più raffazzonato di questo, con correzioni in corsa, infinite quasi come i ritardi. Fatta la piazza e pure la tettoia in vetro si cercherà ora di porre rimedio per l’ennesima volta, tra emergenti archistar portoghesi e consulenti inglesi che devono mettere mano a quello che doveva essere innanzitutto un progetto di intermodalità e che invece si è rivelato semplicemente con meno capo che coda.

Ps 2. Oddio, ci sarebbe anche qualcosa da dire sull’eterna querelle cittadina del traffico, tra Ztl a fisarmonica, corsie preferenziali che non ci sono e un sistema di trasporto pubblico sempre più in difficoltà nel far quadrare i conti. Ma l’impressione è che ci sarà ancora tempo per parlarne. Purtroppo.

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