Scaglia: sfidiamo le chiusure e i muri
«Le nostre imprese aperte sul mondo»

Verso l’assemblea Il presidente di Confindustria: non sono ottimista su quanto si decide a Roma. «Siamo attrattivi, Amazon e Ryanair qui lo dimostrano. Mi auguro che Ubi resti vicina a Bergamo»

«Vogliamo dare una prospettiva alle nostre imprese, invitarle a restare connesse con il mondo, a guardare al futuro sfidando le paure, le chiusure e i tanti muri che oggi sembrano pararsi davanti». Parla dell’assemblea annuale di Confindustria Bergamo in programma martedì 23 ottobre il presidente Stefano Scaglia. Mentre spiega il tema di quest’anno («Connettersi verso il futuro») e snocciola l’elenco degli ospiti (dal numero uno degli industriali Vincenzo Boccia, al presidente delle Ferrovie dello Stato Gianluigi Castelli, al commissario Alitalia Stefano Paleari, all’uomo Amazon per l’Europa Tareq Rajjal, allo stratega dello sviluppo delle rotte di Ryanair, Niall O’Connor), fa però continui rimandi all’attualità. Spiega che la scelta degli ospiti ha il preciso obiettivo di fornire agli imprenditori bergamaschi nuove idee «per attrezzarsi a competere in un mondo sempre più complesso». «Richiede impegno e fatica, ma se si vince la sfida c’è una maggiore possibilità di crescita, gli imprenditori lo hanno imparato». Conferma le riserve su quanto si sta decidendo a Roma. «Personalmente non sono ottimista sui risultati di crescita, di sviluppo e creazione di posti di lavoro che possono derivare dai due provvedimenti bandiera di questo governo, il reddito di cittadinanza e l’anticipo delle pensioni».

E non è un caso che sul programma non compare il nome di alcun big della politica, solo quelli dell’assessore regionale Claudia Terzi e del presidente della Provincia Matteo Rossi ormai in uscita. Un modo per tenersi lontani dalle polemiche di questo momento? «Non rinunciano certo a proporre la nostra visione - ribatte -. Noi continuiamo a credere nelle nostre idee sostenuti dai risultati che Bergamo ha saputo ottenere in questi anni grazie alla capacità dei nostri imprenditori di innovare, aprirsi a nuovi mercati. La Regione è l’interlocutore più vicino a noi, ha competenza su molti temi di impatto immediato per le nostre imprese, la mobilità in primis. La Provincia, poi, resta per noi un ente strategico per la vicinanza con il territorio». Certo, anche le «connessioni» con i due enti non sempre sono fluide, ammette Scaglia. L’ultimo impasse, quello sulla viabilità. La proposta fatta a rappresentanti politici a Milano e Roma di un «corridoio» ad hoc per i trasporti eccezionali, resta lettera morta («non si capisce chi deve decidere e così tutto si blocca»).

«Partiamo dalla consapevolezza: siamo un territorio attrattivo e lo dimostra la scelta di big come Amazon e Ryanair di investire qui, creare occupazione ma pure sviluppare servizi a vantaggio delle imprese. La nostra è un’economia prettamente manifatturiera, ma le merci che produciamo hanno necessità di essere vendute, di essere trasportate nel mondo». La stessa scelta del luogo per l’assemblea, l’hangar area nord dello scalo di Orio, ha lo scopo di rafforzare il messaggio. «È un luogo simbolo. Con la nostra presenza vogliamo testimoniare l’importanza fondamentale di questa infrastruttura per lo sviluppo dell’economia bergamasca, non solo per la generazione di occupazione diretta e indiretta che ha avuto e che potrà ancora avere».

Scaglia ammette di essere «più pessimista» rispetto a un anno fa. «Quella del 2017 è stata la mia prima assemblea, inevitabile avere un altro spirito. In generale si respirava un’aria diversa, di apertura, di fiducia. Oggi, spiace ammetterlo, non è più così». Preoccupano i segnali di rallentamento dell’economia, non solo italiana «Attenzione, non parliamo di crisi ma di rallentamento. Per alcuni settori, come quello dei beni d’investimento, le macchine per produrre, è un rallentamento in parte annunciato dopo il boom di investimenti sostenuti dal piano Industria 4.0. Speriamo sia una frenata morbida, che il clima di incertezza di questo periodo non condizioni i nostri clienti oltre misura». Qualche timore anche sul fronte bancario: «Non capisco questo accanimento del governo sulle banche, clienti e imprese rischiano di pagare un conto salato. Una nuova stretta sul credito non è da augurarsi».

E a proposito di banche, inevitabile domandarsi che succederà a Ubi, la «banca del territorio», che con la modifica della governace al voto domani in assemblea, è destinata a cambiare pelle. «L’auspicio è che rimanga una banca vicina a Bergamo» sottolinea Scaglia. «Questo cambiamento rappresenta una sfida anche per noi, una sfida che Bergamo deve saper cogliere. Dobbiamo essere capaci di essere attrattivi anche per la ”nuova” Ubi che avrà un respiro nazionale». La vicinanza a Bergamo? «Si misurerà - chiosa - non tanto dalla presenza fisica, quanto dall’attenzione alle nostre istanze e al supporto ai progetti che il territorio saprà esprimere».

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