Pubblicità on line, c’è un bergamasco
Da Torre Boldone la sfida a Google

Per insidiare il primato di Google e Facebook nel settore del «video advertising», cioè della pubblicità on line che sfrutta brevi filmati promozionali, Teads, la start up nata in Francia quattro anni fa e capace di posizionarsi subito dietro i due colossi planetari dei servizi on line, ha deciso di affidare la sua sede italiana a un bergamasco: Michele Marzan, che è anche vice presidente di Iab, l’associazione di categoria che riunisce il mercato del digital advertising.

Nato a Torre Boldone 47 anni fa e residente oggi alla Celadina in città,il manager bergamasco con in tasca una laurea in ingegneria gestionale ottenuta a Milano, ha sempre bazzicato il mondo delle nuove tecnologie, iniziando a sviluppare siti internet e servizi alle aziende quando il web muoveva i primi passi negli anni ’90. Dal 2000 in poi, Marzan si è concentrato sulla pubblicità on line, studiandone le caratteristiche e scoprendone limiti e punti di forza.

Dopo aver lavorato per il gruppo editoriale tedesco Axel Springer (Bild e Die Welt), Michele Marzan ha accettato di guidare la sede italiana di Teads che, tra Milano e Roma, occupa oggi 29 persone e appartiene a un gruppo francese presente in 26 nazioni.

«Teads – spiega Marzan, che ha festeggiato la nomina con un weekend in bicicletta sulle Alpi liguri tra Ventimiglia e il Piemonte – lavora nell’ambito della pubblicità video su Internet, un settore che, secondo Magna Global, nel 2016 raggiungerà nel mondo un fatturato pari a 11,6 miliardi di dollari e che in Italia ha raggiunto nel 2014 300 milioni di euro con una crescita annua media 2013-2015 di oltre il 20%». Ma la pubblicità on line può essere anche fastidiosa, in particolare quei video (definiti «pre-roll») che iniziano in automatico prima di un contenuto video a cui un utente è effettivamente interessato: così, i naviganti, hanno sviluppato vari trucchi per eludere questi filmati, danneggiando le aziende che avevano investito in questa forma di promozione.

«Teads – spiega Marzan – punta invece su una nuova tecnologia che permette di passare all’outstreaming, una forma pubblicitaria non invasiva che posiziona il video promozionale in una finestra tra due paragrafi di un articolo oppure in uno spazio esterno alla finestra video. In questo modo il video pubblicitario va automaticamente in play solo quando lo sguardo dell’utente arriva effettivamente di fronte al video in questione e lo streaming si ferma non appena si ricomincia a scorrere in basso o in alto la pagina». Così a Teads si sono già affidati marchi mondiali come Gucci, Cartier, Microsoft e Samsung e, parallelamente, grandi gruppi editoriali stranieri e nazionali.

«Oggi in Italia – aggiunge il manager bergamasco – è ancora preponderante la televisione, che raccoglie il 50% degli investimenti pubblicitari, ma l’on-line è in costante crescita e ha già raggiunto il 25% del mercato: la diffusione capillare di dispositivi mobili come smartphone e tablet ci consente di fare previsioni di ulteriore rialzo per il futuro».

Proprio guardando ai prossimi anni, questo settore può rappresentare un importante sbocco lavorativo per tanti giovani in cerca di un impiego: «Nei giorni scorsi ho incontrato a Montecitorio il gruppo interparlamentare che si occupa di nuove tecnologie: a loro ho spiegato che il 60% delle professioni che nei prossimi cinque anni saranno richieste dal mercato non sono ancora state inventate».

Per i nativi digitali abituati a smanettare c’è insomma un mondo da conquistare dove però «la lingua inglese serve di default – è il consiglio di Marzan – e va innestata su tre ambiti di conoscenza: media, creatività e tecnologia. Una laurea in ingegneria è un ottimo inizio, ma il settore non disdegna neppure una formazione economica o umanistica purché accompagnata a un master specifico, che oggi è possibile trovare in tutte le principali università italiane».

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