Perdite autocertificate, ma controlli
Partite Iva e imprese: bonus in 10 giorni

È da oggi, martedì 23 marzo, in vigore il Dl sostegni: il contribuente metterà di dati nel sistema e già nella ricevuta di presentazione della domanda avrà il calcolo dell’aiuto che riceverà.

Come per gli ultimi ristori anche i «contributi a fondo perduto» previsti dal decreto sostegni arriverà direttamente sul conto corrente delle imprese, artisti, professionisti e produttori di reddito agrario che ne hanno diritto. Non sono però previsti automatismi e sarà necessario presentare un’istanza che si farà attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate: il contribuente metterà di dati nel sistema e già nella ricevuta di presentazione della domanda avrà il calcolo dell’aiuto che riceverà.

È da oggi in vigore il decreto Sostegni approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri. Il testo del provvedimento, contenente «misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19» è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale che indica espressamente per il 23 marzo l’entrata in vigore. A stretto giro di posta arriveranno le norme attuative: il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini firmerà a tambur battente un provvedimento dove sarà spiegato esattamente quale procedura seguire e sarà pubblicato il fac simile dell’istanza da indirizzare all’Agenzia delle Entrate. Ma alcuni dei criteri sono già definiti.

Sono esclusi dal contributo i soggetti con ricavi o compensi superiori ai 10 milioni di euro registrati nel 2019. In ogni caso il contributo non potrà essere superiore a 150.000 euro (un’eventualità molto rara e che potrà riguardare solo i soggetti con ricavi intorno a 10 milioni di euro nel 2019) e non sarà comunque inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 per gli altri soggetti.

A differenza dell’ultima volta sarà necessario presentare una domanda e dal momento dell’istanza i tempi per avere sul proprio conto l’erogazione richiesta passeranno circa 10 giorni. Tre giorni sono i tempi tecnici per il trasferimento bancario, gli altri serviranno all’Agenzia delle entrate per controllare che quanto affermato nell’Istanza sia veritiero.

Sarà controllato che l’Iban e la partita Iva siano coerenti, ma soprattutto che siano corretti le dichiarazioni in merito a ricavi, fatturati e compensi del 2019 e del 2020.

Il meccanismo di calcolo per il contributo a fondo perduto, che tra l’altro è esente da tasse, passa proprio attraverso il confronto tra i valori delle due annualità. Come prevede il decreto sostegni, il contributo è concesso solo ai titolari di partita Iva residenti o stabiliti sul territorio italiano che nel 2020 abbiano prodotto ricavi, registrato fatturati o percepito compensi in misura inferiore al 30% rispetto al 2019.

O per meglio dire è «l’ammontare medio mensile dei fatturati e dei corrispettivi» del 2020 che deve essere inferiore al 30% del 2019. In altre parole l’impresa, l’artista, il professionista o il produttore di reddito agrario deve aver subito una perdita del suo giro di affari di almeno il 30%.

Ottenuta la differenza fra l’ammontare medio mensile del 2019 e del 2020, a questa bisogna applicare una percentuale per determinare il contributo finale. La percentuale è del sessanta per cento per i soggetti con ricavi e compensi fino a 100.000 euro; del 50% per i soggetti con ricavi o compensi fra i 100.000 e i 400.000 euro; del 40% per i soggetti con ricavi o compensi fra i 400.000 e 1 milione di euro: 30% per i soggetti con ricavi o compensi fra 1 e 5 milioni di euro; 20% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.

Facciamo l’esempio di una catena alberghiera che nel 2019 ha fatturato 10 milioni di euro e nel 2020 ha dovuto chiudere, la sua differenza fra l’ammontare medio mensile sarà di 830.000 euro, qui dovrà applicare la percentuale del 20%, dunque il suo contributo dovrebbe essere di 166.000 euro, poiché il tetto è 150.000 otterrà questa cifra. Per dare un giusto senso alla portata della misura e alla sua incidenza, vale la pena sottolineare che il contributo è dato in riferimento ai ricavi e al fatturato e non agli utili, questi ultimi sono quanto realmente resta all’imprenditore o al professionista tolti tutti i costi di produzione (quindi anche, ad esempio, il costo degli stipendi dei dipendenti messi in cassa integrazione nel 2020) e le tasse. E che siamo al quinto decreto con contributi a fondo perduto da inizio pandemia.

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