Economia / Bergamo Città
Venerdì 04 Aprile 2014
Le insalate Agronomia in Borsa
Investimenti per tredici milioni
Le insalate pronte di Agronomia, gruppo bergamasco controllato dalla famiglia Alessio, si prepara a debuttare in Borsa, all’Aim, il 17 aprile. La società ha chiuso il 2013 con un fatturato pari a 25,4 milioni di euro.
Le insalate pronte di Agronomia, gruppo bergamasco controllato dalla famiglia Alessio, si prepara a debuttare in Borsa, all’Aim, il 17 aprile. La società, che ha chiuso il 2013 con un fatturato pari a 25,4 milioni di euro, un ebitda di 3,1 milioni e un utile di 24 mila euro, è stata valorizzata 34 milioni di euro e andrà sul mercato con un flottante fino al 25% tra aumento di capitale, destinato agli investitori retail, e offerta pubblica di vendita agli istituzionali. La forchetta di prezzo è tra 1 e 1,1 euro.
Agronomia si apre al mercato con un aumento di capitale per gli investitori retail attraverso il quale punta a raccogliere tra 3,33 e 3,67 milioni di euro e con un’offerta pubblica di vendita (forchetta di prezzo 1-1,10 euro) fino a 5 milioni di azioni con un controvalore di 5-5,5 milioni di euro. L’opv, è stato spiegato dall’advisor finanziario Sintesi, prevede un premio di 1 warrant per azione. Inoltre verrà emesso un prestito obbligazionario fino a 10 milioni di euro (a 5 anni con cedola semestrale all’8%).
Al termine dell’operazione la famiglia Alessio manterrà il 70% del capitale, le azioni saranno offerte dal fondo lussemburghese Niyq entrato solo qualche mese fa nel capitale. «Le risorse finanziarie - afferma l’ad Guglielmo Alessio - ci aiuteranno a supportare i progetti di espansione e di sviluppo di nuove tecnologie sia in campo agricolo che industriale. Per questo abbiamo aperto in Israele un ufficio di ricerca e sviluppo».
Il piano industriale 2014-2018 prevede investimenti per 13 milioni di euro per ampliare la capacità produttiva (oggi ha uno stabilimento a San Paolo d’Argon (Bergamo) e uno a Guagnano (Lecce), in ricerca e sviluppo, rafforzamento della rete commerciale (soprattutto in Germania dove c’è già un ufficio a Dortmund e in Cecoslovacchia ma guarda anche all’Inghilterra) e nelle energie rinnovabili per arrivare a produrre internamente l’energia consumata. Il piano prevede di portare in cinque anni il fatturato a 75 milioni di euro.
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