Tenaris: la crisi è ferma al palo
Distanti sindacato e azienda

Nulla di fatto al primo round del tavolo ministeriale su TenarisDalmine: posizioni immutate, conferma da parte dell’azienda del piano di 1.024 esuberi, indisponibilità dei sindacati ad accettare un programma che preveda chiusure e licenziamenti. L’unica vera novità è l’accelerazione sul caso Piombino: tutte le forze in campo infatti, governo in primis, si sono impegnate ad attivare un ulteriore e più approfondito «tavolo istituzionale» per il sito toscano, con Regione, Provincia e Comune di Piombino che si incontreranno già il 5 novembre con il ministero dell’Ambiente per tentare di scongiurare la chiusura dello stabilimento.

In verità sembrava che dopo lo «sconto» ottenuto dal Demanio la situazione potesse migliorare, ma anche ieri Tenaris ha ribadito come questo sia stato sì un passo avanti, ma non ancora sufficiente per mutare le condizioni iniziali, visto che sul fronte delle bonifiche e delle infrastrutture tutto sembra ancora languire. «Anche in quest’incontro - spiega Ferdinando Uliano segretario provinciale Fim-Cisl - abbiamo ribadito che non siamo disponibili a condividere programmi industriali che prevedano chiusure di stabilimenti. Qualora si arrivasse all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, questi non dovranno pregiudicare gli assetti occupazionali, optando su adesioni volontarie e il ricorso ai contratti solidarietà».

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