Frattini: due giorni d'attesa
per conoscere il proprio destino

E adesso non resta che aspettare. I lavoratori della Frattini - nell’assemblea di venerdì sera, partecipata da poco più metà dei 190 in organico - hanno detto la loro, respingendo con 79 voti a 21 (più due bianche e una nulla) la proposta di Mall Herlan, aggiudicataria a fine luglio del ramo d’azienda «metal container» della società di Seriate in concordato preventivo.

Gli occhi sono ora puntati su martedì, giorno di scadenza della proroga dell’esercizio provvisorio concessa dal Tribunale di Bergamo: per evitare la fermata totale dell’attività, salvo ulteriore proroga, entro questa data deve essere anche firmato il contratto di cessione.

E Mall Herlan martedì potrebbe anche decidere di procedere comunque nell’acquisto senza il preventivo accordo con i lavoratori, non vincolante per il perfezionamento dell’operazione. Il cambiamento di scenario, considerato che senza l’accordo si potrebbe aprire contenzioso con i lavoratori, impone comunque una valutazione della situazione che l’azienda tedesca dovrebbe completare domani.

Dalla firma o meno del contratto dipenderanno poi le successive decisioni del commissario giudiziale Maria Rachele Vigani. Se la cessione dovesse saltare, si aprirebbero scenari complessi. Chiusa la gara a fine luglio con l’assegnazione all’unica offerta validamente presentata - quella della Mall Herlan, appunto -, si dovrebbe ripartire da zero o quasi.

Sul tavolo al momento non ci sono altre offerte direttamente vincolanti, ma solo l’interessamento della Hinterkopf, un’altra azienda tedesca del settore, che nelle ultime settimane ha puntato sulla cancellazione dell’assegnazione del ramo d’azienda al concorrente, ventilando anche un ricorso sulla gara poi non presentato.

Con efficacia volutamente dal giorno successivo alla scadenza della gara fino al 30 settembre, la Hinterkopf ha dato disponibilità «a presentare una proposta ad ampio spettro per la soluzione della crisi» condizionata però all’esame di ulteriore documentazione aziendale, inclusa quella che di prassi in operazioni del genere non viene fornita perché rappresenta il valore dell’avviamento aziendale.

Proprio perché condizionata, l’eventuale offerta alla fine potrebbe anche non arrivare o non essere migliore di quella di Mall Herlan, che, a seguito della trattativa con i sindacati, dall’iniziale impegno previsto dal bando di gara di 37 assunzioni immediate e altre 10 successive, è salita alla disponibilità di accollarsi 71 dipendenti (5 in più dei 66 attualmente in carico alla «divisione metal container»).

Anche sabato la Hinterkopf, in un comunicato, ha ribadito che, nel caso ottenga le informazioni che ritiene essenziali per il business plan, «predisporrà una proposta qualora le venisse richiesto» e che questa «includerà il più possibile il ramo "conto terzi" dell’azienda».

Il giorno dopo l’assemblea intanto c’è attesa anche nel sindacato. «Come Fim abbiamo scelto in assemblea di illustrare con chiarezza la situazione, distinguendo le certezze dalle promesse, dando conto della trattativa svolta per arrivare all’accordo, pur con la sofferenza di un’offerta che riguarda solo una parte della azienda. Ma offerte complessive al momento non esistono - dice Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim-Cisl di Bergamo -. La decisione presa di non firmare l’accordo, al termine di una trattativa dove sono state sostanzialmente accolte praticamente tutte le istanze presentate dal sindacato, apre adesso uno scenario incerto: nessuno è in grado di dare a oggi garanzie di miglioramento rispetto alla questione occupazionale. Resta la scelta fatta dai lavoratori tra un’offerta concreta e le promesse di un’altra società interessata, ma che al momento si dice non nelle condizioni di fare un’offerta. Aspettiamo adesso quali saranno le decisioni delle altri parti della vertenza, nella consapevolezza che i tempi appaiono molto stretti».

«Il voto dei lavoratori dà un’indicazione chiara non tanto sull’accordo che nell’ultima discussione è stato migliorato, ma sull’operazione in quanto tale - commenta il segretario della Fiom-Cgil Mirco Rota -. Per dirla chiaramente, il piano industriale di Mall Herlan alla fine garantisce solamente l’assunzione effettiva di 37 persone, più altre 10 possibili, anche se prevede la sistemazione di 71. Sempre gli stessi lavoratori in assemblea hanno detto a chiare lettere al sindacato che le due aziende non hanno avuto parità di trattamento sulle informazioni per poter presentare un’offerta e penso che questo abbia influito sulla loro decisione».

E cosa succederà adesso? «Non dipende tanto dal sindacato, ma da diversi fattori e da cosa decideranno i vari attori» - risponde Rota. E riguardo alla possibilità di un ripensamento dei lavoratori, che non hanno accolto venerdì la proposta di un rinvio del voto a domani, dice: «Nella vita è possibile tutto, anche che arrivi Alberto Bombassei (il presidente della Brembo, che negli anni scorsi aveva rilevato la Bradi dal concordato preventivo NdR) e assuma tutti».

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