Miti di Zogno: contro la chiusura
un presidio fissato l'11 giugno

Contestare la decisione dell’azienda di cessare le produzioni a Zogno trasferendole in Ungheria: in subordine, analizzare al possibilità di percorsi di ricollocamento presso l’altra realtà operativa ad Urgnano e verificare tutte le strade possibili per gestire con gli ammortizzatori sociali la fase di difficoltà.

È un mandato pieno, ed articolato, quello che i dipendenti della Miti di Zogno hanno conferito sabato mattina alla propria rappresentanza sindacale nel corso dell’assemblea di fabbrica svoltasi a due giorni dall’annuncio - a sorpresa - dell’intenzione della proprietà di fermare le attività produttive in Valle Brembana spostando le attività nell’Est Europa.

Un’assemblea partecipata, quella delle lavoratrici (complessivamente 72) della Miti, che ha sottolineato ancora, se ce ne fosse stato il bisogno, la drammaticità del momento. «La scelta di chiudere l’azienda è sbagliata: i lavoratori lo hanno voluto nuovamente confermare a chiare lettere - ha spiegato Ennio Cornelli, della Filtea-Cgil di Bergamo che con Raffaele Salvatoni, della Femca-Cisl, e Luigi Zambellini della Uilta-Uil segue l’azienda -. Non è chiaro a nessuno cosa sia cambiato rispetto a poche settimane fa quando, l’azienda, confermava che la situazione poteva essere tranquillamente gestita attraverso il ricorso alla Cassa in deroga. Ammortizzatore sociale, quest’ultimo, a cui si è fatto ricorso solo un mese fa. I lavoratori non capiscono il perché di questo profondo cambio d’impostazione e, di conseguenza, vogliono vederci chiaro».

Da qui, come conferma Cornelli, il mandato di «esplorare nell’ambito della trattativa, la possibilità che lo stabilimento di Zogno non venga chiuso». Certo, nessuno si nasconde le difficoltà del momento - spiega ancora Cornelli: per questo i lavoratori hanno sottolineato comunque la necessità di approfondire tutte le strade possibili per la gestione dell’emergenza. «A partire dalla possibilità di ricollocamento ventilata dallo stesso imprenditore Leonardo Polli, fino alla possibilità di proseguire nell’utilizzo dello strumento della cassa integrazione».

Il clima in assemblea è stato caldo, evidenzia ancora il sindacalista: «D’altra parte va considerato che questa crisi si abbatte nuovamente su di un territorio alquanto provato in termini di ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali: se si guarda bene alla specificità dell’area, la Valle Brembana nell’arco di tre anni ha visto venir meno all’incirca la metà delle occasioni occupazionali nel mondo dell’industria manifatturiera».

La Miti, quindi, per il sindacato rappresenterebbe quindi l’ennesimo capitolo di un dramma sociale che si è già dipanato sul territorio. L’assemblea dei lavoratori nel frattempo ha anche deciso di sostenere il sindacato nel corso del prossimo vertice con l’azienda in programma l’11 giugno prossimo con un presidio all’esterno della sede di Confindustria Bergamo. «Con i lavoratori, poi, abbiamo concordato che, conclusa la tornata elettorale amministrativa, coinvolgeremo del problema anche la nuova giunta comunale di Zogno».

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