Per trovare lavoro la raccomandazione conta meno

Calano dall’84% al 66% le assunzioni nelle imprese bergamasche per conoscenza diretta o segnalazione Crescono quelli che trovano un posto attraverso banche dati, agenzie interinali o l’inserzione su un giornale

Meno raccomandazioni o segnalazioni per trovare il posto di lavoro, quasi un «boom» per chi cerca attraverso banche dati, società interinali o con una inserzione su quotidiani e stampa specializzata, piccoli progressi ma ancora non decisivi per i Centri per l’impiego. Questo in sintesi, il quadro nella Bergamasca sulle modalità di reclutamento lavoro elaborato per ogni provincia lombarda dalla Camera di Commercio di Milano su dati 2006 e 2003.

Una situazione che in soli tre anni si è già molto evoluta, se si pensa che in provincia, fino al 2003, ben l’84,3% trovava occupazione grazie a conoscenze dirette o segnalazioni da parte di amici o conoscenti già all’interno delle stesse aziende. Oggi questo numero è sempre prevalente, ma è sceso di 18 punti percentuali, attestandosi al 66,4%, mentre come per i vasi comunicanti, sono salite altre voci. Ad esempio nel 2003 le aziende che cercavano collaboratori attraverso l’inserzione su un giornale erano l’11,8% del totale, mentre oggi questo numero è schizzato al 18%.

Ci sono poi aziende che cercano il proprio personale attraverso diversi tipi di selezione: tra le più diffuse, spiccano le società di lavoro interinale: in 36 mesi la loro quota è passata dall’1,6% a 10,2%. Questa cifra spesso si incrocia con le banche dati aziendali (in contatto sovente con le agenzie di ricerca del lavoro temporaneo) il cui peso nella ricerca continua a crescere (dal 17,5% al 37,8%), mentre i Centri per l’impiego, partiti in sordina dopo il passaggio dai vecchi Collocamenti statali ai nuovi organismi diretti dalla Provincia, cominciano ad avere numeri significativi, passando dal 6,5% al 10,2%.

Un aspetto preoccupante è che Bergamo resta la provincia dove internet è meno usato dalle imprese per reclutare personale: solo l’1,2%, rispetto alla media italiana (1,9%) e a Milano che guida la classifica con il 2,6%.

(12/01/2006)

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