Latte, guerra aperta: «Ora
non escludiamo alcuna azione»

«Ora non escludiamo alcuna azione a tutela dei produttori per garantire una remunerazione del latte equa e in linea con gli sviluppi positivi del mercato». Così la Cia - Confederazione italiana agricoltori della Lombardia - dopo la frenetica giornata di martedì, che ha visto ancora allevatori sul piede di guerra con i loro trattori, pronti a farsi sentire (e vedere) da tutta la Lombardia, dopo che l'incontro, voluto dal prefetto Narcisa Brassesco Pace, che doveva sbloccare la situazione, si è risolto con l'ennesimo nulla di fatto.

Ad irritare le organizzazioni sindacali è stato il comportamento di Assolatte che all'appuntamento in prefettura «ha inviato soltanto un portavoce, privo di qualsiasi potere o delega a trattare, solo per comunicare una "disponibilità" a futuri ma non precisati momenti di confronto formale - ha fatto notare il presidente della Coldiretti bergamasca Giancarlo Colombi -: a questo punto tutti abbiamo capito, compreso il prefetto, che non c'erano le condizioni per continuare la trattativa. Un atteggiamento grave è irresponsabile quello di Assolatte, che dimostra di snobbare non solo le nostre organizzazioni, ma anche le istituzioni, visto che questo tavolo era stato convocato dal prefetto, massima autorità dello Stato sul territorio».

A questo punto la situazione sembra precipitare e tra gli allevatori, fino a ieri tenuti a freno dalla speranza di uno sblocco della trattativa, l'esasperazione è ai massimi storici, tanto che è ormai scontata una nuova mobilitazione, ancora più massiccia rispetto a quella organizzata a metà dicembre, che con trattori e striscioni al seguito mise «sotto assedio» alcuni dei principali stabilimenti del Nord Italia, tra cui quello della Galbani a Caravaggio.

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