La startup che non fa acqua
e irriga il proprio il business

La startup Majitekno, impresa innovativa nata sotto la guida e l’assistenza del team di specialisti dell’incubatore di Bergamo Sviluppo, sede nel polo tecnologico di Dalmine, è andata incontro al mercato ancora prima di compiere il suo primo anno di attività, a fine 2015, offrendo un sistema integrato di gestione dell’acqua in strutture residenziali, commerciali, agricole e industriali. E il mercato la stava aspettando.

L’acqua irriga anche il business della tecnologia. Non è solo una questione di come conservarla. La vera svolta e il cuore dell’innovazione sono l’impianto e il processo tecnologico per filtrare e depurare l’acqua raccolta e renderla nuovamente utilizzabile senza rischi per la salute. Che cada dal cielo o venga scaricata dalle docce di casa o degli impianti sportivi, che sia eliminato dai garage e dalle officine l’oro blu può essere “ripulito” di ogni sostanza nociva o tossica, e ridestinato a un nuovo uso.

La startup Majitekno, impresa innovativa nata sotto la guida e l’assistenza del team di specialisti dell’incubatore di Bergamo Sviluppo, sede nel polo tecnologico di Dalmine, è andata incontro al mercato ancora prima di compiere il suo primo anno di attività, a fine 2015, offrendo un sistema integrato di gestione dell’acqua in strutture residenziali, commerciali, agricole e industriali. E il mercato la stava aspettando.

Un capitale sociale di 50mila euro, i primi nove mesi sono stati chiusi con un giro d’affari di 700mila euro, entro fine anno potrebbe sfiorare il milione, il doppio delle previsioni. Ma l’obiettivo del business plan è di arrivare a un fatturato di 3 milioni alla fine del terzo anno. Quattro soci, di cui tre agenti commerciali più Attilio Conca alla guida dell’impresa, ex dirigente in un grande gruppo industriale, è l’esperto del settore.

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La squadra al completo
Al suo fianco Valentina D’Adda, dipendente e giovanissima ingegnere, che si occupa della gestione completa di tutte le commesse: dall’offerta commerciale tecnica all’ordine ai fornitori, dal post vendita al cliente fino al collaudo finale dell’impianto. L’impresa è operativa, la rete commerciale attiva. Il secondo dipendente è un perito tecnico, si occupa della progettazione. «Siamo in un mercato molto particolare, ma la tecnologia che abbiamo sviluppato è decisamente innovativa». Conca, nel suo ufficio al Point, sfoglia la brochure dei prodotti Majitekno. Tre le divisioni dell’azienda: la Majifire, che commercializza serbatoi di raccolta e stoccaggio di acqua per uso antincendio.

La Mjieco, che mette a punto impianti di raccolta e stoccaggio dell’acqua piovana in modo da essere filtrata e depurata per impianti di irrigazione e sanitari. È questo il cuore del sistema. Quando l’acqua scaricata da impianti doccia, oppure da cucine, da parcheggi auto interrati o da officine arriva contaminata di saponi, detersivi, oli, grassi, benzine o schiume qui il sistema la filtra e depura. L’acqua torna pulita e viene stoccata. Interviene quindi la terza divisione, la Majibar, che fornisce i sistemi di pressurizzazione idrica. L’acqua cioé, depurata e raccolta, è pronta per essere ripompata e riutilizzata. Il beneficio è enorme: il 50% dell’acqua viene recuperata.

Un taglio allo spreco
«Pensiamo a strutture sportive – spiega Valentina D’Adda -, con grandi impianti doccia come le palestre, golf club, piscine, scuole oppure i grandi centri commerciali e gli alberghi, o semplicemente le nostre case: depurata dai saponi, l’acqua potrebbe essere recuperata e reinserita per l’irrigazione o per uso sanitario. Invece va nelle fognature, tutta sprecata». I numeri anche in questo caso aiutano a capire la portata del risparmio.

«Un metro cubo d’acqua oggi costa 1 euro. Per irrigare un giardino di un centro commerciale, per esempio – spiega Conca - con 15mila metri cubi d’acqua si arriverebbe a risparmiare almeno 8mila euro l’anno. Prendiamo un albergo di 40 camere: l’investimento per riutilizzare l’acqua delle docce è di 15mila euro. In cinque anni il costo è integralmente recuperato». Stessi tempi per una palestra o un centro sportivo, ma qui il costo iniziale non supera i 7-8 mila euro. E stiamo parlando di impianti che hanno una durata di almeno vent’anni».

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