Il grazie di tutte le fedi
al pane sulla tavola

Tutti si sono fermati ieri, ad Expo, per un momento di preghiera. Ogni cultura del mondo, ogni fede del Pianeta, ogni tradizione religiosa hanno ringraziato per il cibo in tavola, per ogni pasto che possono consumare. Un gesto di preghiera, ma anche un semplice gesto laico, di assoluto ringraziamento.

Tutti si sono fermati ieri, ad Expo, per un momento di preghiera. Ogni cultura del mondo, ogni fede del Pianeta, ogni tradizione religiosa hanno ringraziato per il cibo in tavola, per ogni pasto che possono consumare. Un gesto di preghiera, ma anche un semplice gesto laico, di assoluto ringraziamento.

Ognuno lo ha fatto a modo suo, in base alle proprie tradizioni. Un segno forte, tracciato dai rappresentanti delle maggiori religioni del mondo. Così il rabbino ebreo ha potuto mangiare un cibo benedetto dall’imam islamico, e il monaco buddista quello benedetto da un prete cattolico, poi da un sacerdote induista e da uno protestante… E tutti animati da questa iniziativa hanno poi firmato a Expo la Carta di Milano, il documento che rappresenta la vera eredità dell’Esposizione e che rilancia il primo messaggio della vetrina universale: nutrire il pianeta, rendere possibile l’accesso al cibo a tutti, nella stessa maniera. Promuovendo, in questo modo, la consapevolezza del valore del cibo in quanto fonte primaria edv essenziale di nutrimento.

Una preghiera intorno al cibo, quindi, anche per rendere concreta una gratitudine intorno al cibo e alla sua disponibilità . Ma soprattutto una preghiera nel segno della condivisione e del dialogo interreligioso fra i rappresentanti di 80 Paesi del mondo, che partecipano a Expo. Intorno a questo tavolo ideale tutti hanno condiviso il loro cibo tradizionale.

Presenti all’incontro buddhisti, induisti, cristiani, ortodossi, musulmani, ebrei, evangelici. Ogni rappresentante di un Paese ha portato in tavola un proprio piatto: il cibo è stato benedetto secondo i riti di ogni credo e poi è stato condiviso al termine della cerimonia.

Il cibo, questa volta, è diventato anche strumento di comunicazione, un vero e proprio linguaggio il cui messaggio lanciato dai padiglioni di Expo è di andare oltre le singole barriere della specifica cultura, tradizione e o fede. E’ stata la sacralità del cibo a diventare linguaggio universale, strumento di unione globale. Un’occasione nuova di confronto celebrato a pranzo. Il cibo dello spirito ancora una volta ha messo d’accordo tutti, oltre le specifiche fedi, ma rilanciando un unico grande significato simbolico.

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