Il business dell’impresa
si racconta in un videogioco

Cambiano i modelli di comunicazione e cultura d’impresa. E adottano le nuove tecnologie digitali per informare, sondare nuovi mercati e conquistare clienti. La storia di BerGame, startup di quattro giovani bergamaschi nata dentro l’incubatore di Dalmine dimostra come si la nuova frontiera del business e della comunicazione d’impresa passa anche da un videogioco

Per Francesco è tutta una questione di codici, algoritmi e formule matematiche in rigoroso linguaggio Html, le parole del web. Per Giorgio è un fatto solo antropologico, anzi di più, biopsicologico: è decisivo, dice, entrare nei «meandri dei processi cognitivi, emozionali e del comportamento» di chi fa scelte in momenti cruciali, che sia un giocatore di videogame o un imprenditore.

Premessa d’obbligo. Due approcci diversi, ma Francesco e Giorgio non sono non incompatibili. Anzi: messi insieme dentro gli spazi dell’incubatore di Bergamo Sviluppo, tre anni dopo, eccoli sul mercato alla guida della loro startup, BerGame, a tentare una exit definitiva dal polo tecnologico di Dalmine e arrivare a fondere non i numeri con la fede, come era riuscito ad Enstein, ma almeno i numeri con i videogiochi.

I primati del web

Dopo essere stata la prima impresa innovativa bergamasca under 23 ad aver creato un videogioco commerciale esportabile su ogni tipo di piattaforma digitale, mobile e web (Windows, Mac Os, iOs, Android, Html5), dopo essere stata la prima in Italia ad aver adottato Game Maker Studio come ambiente di lavoro, oggi, è anche la prima azienda che dall’innovazione applicata ai videogiochi debutta nell’advertgame, aprendo la nuova frontiera digitale della comunicazione d’impresa con i videogame. «Io e Giorgio abbiamo due competenze diverse – spiega Francesco Cortesi, 23 anni, la mente matematica del team, programmatore nato (primo game code a 9 anni), studi e formazione da grafico pubblicitario -, ma la sfida è quella di riuscire a trasformare in modelli matematici ogni messaggio in modo da colpire il soggetto a cui quel messaggio è diretto. Lo strumento che abbiamo scelto è il videogioco».

Brand, marchi, prodotti e servizi oggi si possono promuovere o comunicare anche così. Lo chiedono le stesse aziende, soprattutto per comunicare al loro mercato i nuovi valori di efficienza, di rispetto dell’ambiente, di correttezza nei rapporti con il pubblico, di sostenibilità dei processi di produzione che condividono. I tempi di realizzazione sono brevi, non oltre i due-tre mesi e l’investimento non supera i 15mila euro.

Consapevoli del saper fare

«Il nostro lavoro è questo: mettere in relazione e richiamare il prodotto al suo valore, non solo in quanto ecosostenibile, ma anche frutto di un dato sapere, di una consapevolezza e coscienza del saper fare. Questo funziona – racconta Francesco - per un esercizio commerciale come una lavanderia così come per un’azienda altamente tecnologica, allo stesso modo. E vale come presentazione in qualsiasi ambito, da un’occasione istituzionale fino agli incontri in eventi come le fiere. Il messaggio è l’essenza». Il segreto, o il cuore di questo processo resta comunque il videogioco, un percorso interattivo strutturato ad ostacoli che porta, livello dopo livello, accumulando punteggi da spendere in vista degli obiettivi, a scoprire così l’azienda e il suo modo di produrre, a conoscere i protagonisti delle scelte aziendali. E magari divertendosi pure.

L’obiettivo è stato talmente centrato che BerGame ha già avuto incarichi per sperimentare questa tecnica anche in un altro settore, Lean Production. L’incarico è arrivato da Confindustria Bergamo, che si è rivolta a BerGame per realizzare un videogioco di formazione per imprenditori e manager d’impresa, e informativo per un più vasto pubblico a cui illustrare un intero settore produttivo dell’economia locale con focus specifici sulle singole aziende.Lean Production significa anche videogame per illustrare i contenuti di prodotti complessi, materiali innovativi, nuovi processi e il loro funzionamento.

Videogame anche a scuola

Il videogioco utilizzato come un simulatore, per formare e istruire. Lo stesso che succederà, dal prossimo settembre 2016, con alcune scuole della provincia di Bergamo dove i quattro protagonisti del team di BerGame, (oltre a Francesco e Giorgio, i due pilastri fondatori, si sono aggiunti al progetto anche Daniele Cavagna e Matteo Gambarara), sono stati chiamati per realizzare videogame educativi, prodotti a quiz, con livelli di avanzamento per superare i quali è necessario affrontare e risolvere esperimenti tipici di materie come educazione tecnica. E poi c’è la parte di realtà aumentata, percorsi interattivi dentro musei, mostre, itinerari culturali in cui reale e virtuale si fondono ad un livello elevatissimo di coinvolgimento. «In fondo il videogioco non è altro che un’app – spiega Francesco -, e il modello videogame funziona perché oltre a istruire, comunicare e formare consente anche di divertire. È il mix innovativo di uno strumento che ora svela anche il suo lato di partner d’impresa».

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