Due gradi verso Parigi
La nuova sfida dell’ambiente

Dal 30 novembre all’11 dicembre si terrà a Parigi la 21esima Conferenza sul cambiamento climatico (Cop21) promossa dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). L’obiettivo dell’incontro è giungere ad un accordo vincolante tra tutti gli Stati partecipanti per mantenere il riscaldamento del pianeta entro i 2 gradi al 2100.

Dal 30 novembre all’11 dicembre si terrà a Parigi la 21esima Conferenza sul cambiamento climatico (Cop21) promossa dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). L’obiettivo dell’incontro è giungere ad un accordo vincolante tra tutti gli Stati partecipanti per mantenere il riscaldamento del pianeta entro i 2 gradi al 2100. L’Onu ritiene che vi sia un nesso provato scientificamente tra aumento della temperatura e catastrofi ambientali e che la crescita sia dovuta in gran parte all’emissione di gas a effetto serra, soprattutto l’anidride carbonica (Co2) da parte delle attività umane.

Per non superare i 2 gradi, gli Stati devono impegnarsi a ridurre consistentemente le emissioni di gas serra, il che significa cambiare radicalmente il modello a forte consumo energetico su cui si basa l’attuale economia industriale ed agricola. Vediamo nel dettaglio i principali termini della questione.

Cop21. La sigla che dà il nome all’incontro di Parigi sta per Conference of parties, Conferenza delle parti, è il nome scelto per questi eventi, il primo dei quali si è tenuto a Stoccolma nel 1972. Vi partecipano i rappresentanti degli Stati membri dell’Onu. I precedenti incontri più importanti sono stati la Conferenza di Rio de Janeiro in Brasile, 1992, e quella di Kyoto in Giappone ,1997.

Riscaldamento globale. Secondo gli ultimi dati resi noti dal Met office Hadley centre, istituto per la ricerca sul clima inglese, quest’anno si è superato 1 grado di aumento della temperatura del pianeta rispetto all’era preindustriale. Questo fenomeno ha già oggi pesanti conseguenze sull’agricoltura e sulla vita di circa 200 milioni di persone. L’Onu ritiene che il riscaldamento del pianeta sia principalmente dovuto all’effetto serra.

Effetto serra. È la caratteristica dell’atmosfera di trattenere una parte del calore derivato dal sole che si rifrange sulla Terra, sotto forma di raggi infrarossi. Senza di esso non vi sarebbe vita sul nostro pianeta. L’Onu sostiene che esso oggi sia eccessivo, determinando un grave aumento della temperatura globale.

Gas serra. I principali sono vapore acqueo (H2o), anidride carbonica (Co2), protossido di azoto (N2o), metano (Ch4) ed esafluoruro di zolfo (Sf6). Sono tra i principali gas che compongono l’atmosfera e che contribuiscono alla vita sulla Terra e all’effetto serra. Il principale gas serra è il vapore emesso dai mari, oggi in aumento a causa della continua crescita di temperatura della superficie degli oceani. I gas serra sono in prevalenza naturali, ma alcuni sono prodotti anche dall’uomo.

Co2. Sigla chimica che denomina l’anidride carbonica, gas indispensabile per la vita, e responsabile di circa il 15% dell’effetto serra. È prodotto sia naturalmente che dall’uomo e per tale ragione è tra le leve che abbiamo in mano per ridurre il riscaldamento globale. L’altro gas serra importante è il metano, responsabile dell’8% dell’effetto serra.

450 ppm. Parti per milione: è la concentrazione di gas serra in atmosfera al di là della quale si metterebbero in moto cambiamenti irreversibili nella meteorologia del pianeta. Oggi siamo a 400 ppm, con un aumento medio annuo di 1,92 ppm.

2 gradi. È la soglia massima di aumento della temperatura entro il 2100 a cui punta la Conferenza di Parigi. Gli impegni presi ad oggi dai Paesi partecipanti sforano quel limite e porterebbero la temperatura a più 3 gradi. È quindi necessario ridurre ulteriormente le emissioni.

100 miliardi di dollari. È la cifra che i Paesi ricchi dovrebbero investire ogni anno per aiutare quelli poveri ad introdurre tecnologie e misure di contenimento delle emissioni.

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