Piazza Vecchia Verde, ultimo giorno
L’anno prossimo spunta una foresta

Piazza Vecchia Verde chiude nella domenica del 21 settembre dopo un grande successo e tantissimi visitatori. E ora si parla già della prossima edizione che vedrà l’area antica simbolo del passato selvaggio. L’allestimento si estenderà a Piazza Mascheroni.

Piazza Vecchia Verde chiude nella domenica del 21 settembre dopo un grande successo e tantissimi visitatori. E ora si parla già della prossima edizione che vedrà l’area antica simbolo del passato selvaggio. L’allestimento si estenderà a Piazza Mascheroni.

Dal giardino curativo, quindi, alla foresta. Il progetto attuale di Peter Fink ha visto in Piazza Vecchia Verde uno strumento terapeutico, di ritrovo intellettuale e di sollazzo, mentre quello della prossima edizione si ispirerà alla vegetazione autoctona e ai nostri primordi.

L’intento è sottolineare il ruolo delle piante nell’economia e nella storia del nostro territorio. Piazza Vecchia è concepita come una foresta, a simboleggiare il passato che precede la costruzione degli antichi edifici. Siamo lontanissimi dal fucsia e dall’impostazione «salottiera» di questa edizione: il verde è più selvaggio e l’acqua diventa protagonista.

Il progetto è curato dalla Summer School del «Centro internazionale di studi sul paesaggio e il giardino di Bergamo» (promossa da Regione Lombardia, Comune di Bergamo, Gamec - Galleria arte moderna e contemporanea, Accademia Carrara Belle Arti). La direzione della Summer School è affidata alla paesaggista Elisabetta Bianchessi, che spiega: «Le forme organiche di un paesaggio naturale dialogano e si integrano nella geometria della piazza. Alberi e vegetazione autoctona provvedono con i loro frutti al nutrimento di uomini e animali al tempo del nomadismo, ancora prima che si sviluppassero le prime strategie di coltivazione. Odori e lontani canti di uccelli e richiami di animali e di rumori del vento degli alberi ricordano il nostro passato: il gorgogliare di specchi d’acqua che parlano ancora delle sorgenti che caratterizzano il paesaggio e lo nutrono».

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