Via Moroni: «Non volevo ucciderlo»
Il bar chiuso per almeno quattro mesi

«Ho preso il coltello e lui mi si è gettato addosso, non ho indirizzato l’arma verso di lui, non volevo ucciderlo».

Giullaume Meles Djedje - il titolare ivoriano del bar Socraf di via Moroni, che ha ucciso venerdì sera il 33enne senegalese Amadou Papa Diouf - ha confermato al giudice per le indagini preliminari la stessa versione dei fatti che aveva fornito agli inquirenti subito dopo l’arresto.

Il gip Bianca Maria Bianchi, che lo ha interrogato in carcere, non ha però creduto alla versione dell’immigrato e ha convalidato l’arresto, disponendo la misura della custodia cautelare in carcere.

Djedje ha continuato a sostenere di essersi difeso dal senegalese che, con una bottiglia rotta in mano, si stava avvicinando per aggredirlo.

Una versione - quella che tutto sia accaduto in un momento di estrema concitazione - che il giudice ha ritenuto non credibile, anche perché la coltellata ha raggiunto al cuore la vittima e quindi sarebbe stata inferta con violenza.

La custodia cautelare è stata disposta per il pericolo di reiterazione del reato.

Intanto, il bar Socraf non riaprirà almeno per i prossimi quattro mesi. Il locale era rimasto chiuso dalla sera dell’arresto del barista e stamattina il questore di Bergamo Girolamo Fabiano ha applicato il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e sospeso la licenza per 4 mesi con effetto immediato

Il locale era stato già chiuso in passato a causa della presenza di persone pregiudicate e ai continui episodi di violenza da parte degli avventori del bar, per lo più extracomunitari.

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