Tarek e il coraggio di non mollare
«Sono il primo fachiro disabile»

«La vita va vissuta al di là di ogni disabilità. I limiti sono solo nella nostra testa». Queste le parole di Tarek Ihbrahim, in arte Drago, il primo e unico clown-fachiro disabile in Italia che mangia e sputafuoco.

«La vita va vissuta al di là di ogni disabilità. I limiti sono solo nella nostra testa». Queste le parole di Tarek Ihbrahim, in arte Drago, il primo e unico clown-fachiro disabile in Italia che mangia e sputafuoco.

A causa della diplegia spastica neonatale, il trentenne Tarek - che ha vissuto per 8 anni a Villongo - è costretto a muoversi per mezzo di una sedia a rotelle, ma il Drago ha un’energia contagiosa e una storia tutta da raccontare: «Mio papà è egiziano e mia mamma Mariangela è bresciana, di Capriolo. Al settimo mese di gravidanza le diagnosticarono la toxoplasmosi. Inizialmente sembrava che non dovesse procurare problemi, purtroppo non fu così e a nove mesi, mi riscontrarono la diplegia spastica neonatale: i tendini dei muscoli delle gambe non si allungano con la crescita - spiega Tarek -. Ho fatto 15 interventi, oltre 20 anni di riabilitazione, una prassi comune per chi ha il mio stesso problema. Non ho mai perso il sorriso, anzi è stata la mia forza e tutt’ora lo è. Con il mio lavoro faccio divertire la gente, grandi e piccini di tutto il mondo».

Un mestiere davvero strano: «La mia mamma ha sempre detto che sono matto - dice ridendo -, sono sempre stato attratto dagli artisti di strada, dal fuoco, dai clown. Il fuoco è energia, calore, ho imparato ad addomesticarlo in Brasile dove ho vissuto per otto mesi nelle favelas. I mesi più intensi della mia vita, ma da allora, il mio show ha fatto un notevole salto di qualità. Ho lavorato nelle più grandi città d’Europa, da Monaco a Praga a Barcellona. Per risparmiare talvolta chiedo ospitalità ai centri accoglienza e lì si incontrano gli artisti più strani, si condividono esperienze di vita che ti lasciano senza parole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA