Rossi: «Priorità alla Ponte-Albano
con fermata del treno all’ospedale»

«Io dico: se va individuata una priorità, puntiamo sulla Ponte San Pietro-Albano». E quindi, anche sulla fermata ferroviaria all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, «che sarebbe un elemento cruciale per rendere quel servizio appetibile e remunerativo».

Il presidente della Provincia, Matteo Rossi, prova a rimettere al centro del dibattito un argomento di cui si è parlato per anni, senza però finora averlo concretizzato: quello di un uso «metropolitano» della linea ferroviaria che corre lungo la direttrice est-ovest della provincia, e della possibilità di salire e scendere dal treno in corrispondenza del nuovo ospedale.

L’occasione per parlarne arriva con il rinnovo del Cda di Teb, la società che gestisce la tranvia delle Valli. Sui nomi del nuovo quintetto la discussione è ancora in corso, ma sui contenuti del futuro mandato Rossi ha già in mente delle proposte (la Provincia è tra gli azionisti della società, insieme a Palafrizzoni tramite Atb, e Camera di commercio).

«La cornice in cui ci muoviamo è la necessità del rilancio del trasporto su ferro - spiega il presidente della Provincia -. Credo che il nuovo Cda di Teb potrà giocare in questo un suo ruolo, attraverso la promozione di studi di fattibilità, ma anche interfacciandosi con la nuova Agenzia della mobilità, che dovrà lanciare la gara unica per i trasporti nella provincia di Bergamo».

E siccome tutto non si può fare (anzi, ultimamente le risorse consentono di fare ben poco), per Rossi l’obiettivo su cui puntare potrebbe essere il rilancio del «tram-train», anche in chiave di una sorta di «distretto della salute: lungo quella direttrice abbiamo il Policlinico di Ponte San Pietro, l’ospedale di Bergamo, le cliniche Gavazzeni, l’ospedale Bolognini di Seriate - ragiona Rossi -. Questo potrebbe essere un tema su cui puntare per sostenere l’idea. Il più grande ospedale della nostra provincia ha la ferrovia a cento metri, e non ci si può fermare… Non mi sembra un tema da lasciar cadere».

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