«La patente è falsa». No, è vera
Pakistano assolto, vigili nei guai

Il documento era contraffatto. Anzi, addirittura un «modulo di fantasia», come certificato da apposita relazione tecnica della polizia: tanto da portare alla sbarra con le accuse di contraffazione di patente di guida internazionale. Invece il documento era autentico.

Il documento era contraffatto. Anzi, addirittura un «modulo di fantasia», come certificato da apposita relazione tecnica della polizia: tanto da portare alla sbarra con le accuse di contraffazione di patente di guida internazionale e, conseguentemente, anche di guida senza patente, un pakistano di 32 anni, e farlo così finire a processo al tribunale penale di Bergamo.

Peccato che invece il documento in questione fosse autentico, come certificato in tempi quasi da record dalla stessa autorità che lo aveva emesso: nientemeno che da Islamabad, in Pakistan. Allo sbigottito giudice penale non è restato quindi altro che chiudere il caso già alla prima udienza di smistamento: con assoluzione perché il fatto non sussiste per l’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Gozo, e restituzione degli atti alla procura della Repubblica per valutare eventuali conseguenze penali per gli autori della «relazione tecnica» che rilevava la falsità del documento e che aveva dato il via al processo.

Tutto risolto? Non esattamente: in sospeso resta ancora la restituzione della patente al pakistano, ancora sotto sequestro da luglio del 2012, e valutare poi i danni da lui subiti a causa di questo processo.

La vicenda risale al 4 luglio del 2012, e comincia come un normalissimo controllo stradale da parte degli agenti della polizia locale del Consorzio dell’Isola: siamo a Bonate Sotto, e A. R. R., pakistano di 32 anni, da pochi mesi in Italia, si trova alla guida di un Fiat Scudo intestato a un connazionale. Gli agenti controllano i documenti del veicolo e del conducente, e proprio su questi nasce il tutto: la patente internazionale pakistana di guida esibita dall’uomo non li convince affatto.

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