Infermieri talpa, altra indagine
Sigilli alla società di consulenza

Anche dopo l’inchiesta che l’ha visto coinvolto, avrebbe continuato a bussare alla porta di automobilisti rimasti feriti proponendo la propria assistenza per il recupero dei risarcimenti. E avrebbe continuato a farlo rimediando nomi, indirizzi e prognosi in modo lesivo della privacy.

Anche dopo l’inchiesta che l’ha visto coinvolto, avrebbe continuato a bussare alla porta di automobilisti rimasti feriti proponendo la propria assistenza per il recupero dei risarcimenti. Fin qui tutto lecito: non fosse che , secondo l’accusa, avrebbe continuato a farlo rimediando nomi, indirizzi e prognosi in modo lesivo della privacy grazie alla complicità di alcuni infermieri «talpa» degli ex Riuniti e di altri ospedali: Seriate, Alzano, Treviglio, Ponte San Pietro, Humanitas Gavazzeni.

Sul tavolo del pm Franco Bettini, che ha recentemente chiuso l’indagine con 43 richieste di rinvio a giudizio per vari reati (tra gli indagati anche 20 carabinieri, molti dei quali della compagnia di Zogno), sono nel frattempo giunte altre denunce nei confronti di Gilberto Donghi, 40 anni, di Ubiale Clanezzo, collaboratore full-time del Cis (Consulenza incidenti stradali) di via Paleocapa 18/b a Bergamo.

Per questo motivo il sostituto procuratore ha aperto un nuovo fascicolo che vede Donghi unico indagato. Il reato di cui deve rispondere il 40enne è lo stesso contestatogli nell’inchiesta principale: violazione e utilizzazione del segreto d’ufficio. Il pm stavolta ha chiesto il sequestro preventivo della documentazione e dei locali del Cis. Istanza accolta dal gip Raffaella Mascarino.

L’accusa sospetta che Donghi avrebbe continuato a reperire dati sensibili in modo illegale e, avendo comunque ancora disponibilità della sede del Cis (la società dopo l’inchiesta principale si era limitata a raccomandargli una condotta consona), ecco che è scattato il sequestro preventivo dei locali.

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