Il comunicato del Cdr de «L’Eco di Bergamo»

La Federazione Italiana Editori Giornali ha bocciato l’esplicita apertura del sindacato dei giornalisti a conforntarsi per riaprire la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro e, contestualmente, ha rifiutato l’invito al dialogo espresso dal Governo con un comunicato che si conclude affermando che, «Gli editori rispettano il contratto giornalistico scaduto, i cui automatismi retributivi superano comunque largamente gli effetti dell’inflazione, e giudicano che non sussistano le condizioni di base per negoziare un nuovo contratto». Basta questa frase per attestare l’arroganza della Fieg che da oltre un anno e mezzo blocca il contratto. È per questo che ancora una volta la Fnsi-Federazione Nazionale Stampa Italiana, sindacato unitario dei giornalisti, è stata costretta a proclamare 4 giorni di sciopero della categoria: due venerdì 29 e sabato 30 settembre e due in programma per giovedì 5 e venerdì 6 ottobre. Scioperi a cui aderiscono anche i giornalisti de L’Eco di Bergamo. L’atteggiamento degli editori è oggettivamente una sfida aperta verso il sindacato dei giornalisti – che loro vorrebbero cancellare - e verso i giornalisti stessi, sempre più guardati come «costi aziendali» e non come «risorsa da valorizzare» per garantire ed incrementare la qualità dei propri giornali. Così facendo si rischia di cancellare la dignità della professione giornalistica e di riflesso si mette a repentaglio il diritto dei cittadini a una informazione libera e di qualità.Noi giornalisti chiediamo un contratto nazionale di lavoro dignitoso sia dal punto di vista retributivo sia normativo: per chi già svolge la professione (con aumenti e regole adeguate); per chi è stato giornalista ed ora è pensionato (gli editori hanno bloccato la riforma delle nostre pensioni); per chi ha appena cominciato a lavorare (gli editori vogliono drasticamente ridurre i salari dei giovani); per chi ambisce a questa professione (gli editori puntano al precariato generalizzato); per voi che leggete quotidiani e riviste, perché avete diritto ad un’informazione libera e di qualità.                         Il Comitato di Redazione

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