Gli 80 euro? A 200 mila bergamaschi
Ai nostri Comuni costano 9,6 milioni

Solo nella Bergamasca sono circa 200 mila i lavoratori che stanno beneficiando degli 80 euro in busta paga.

Il bonus di 80 euro in busta paga costa ai Comuni bergamaschi 9,6 milioni e rotti. Il conto è più salato dell’anno scorso, quando a Bergamo e provincia erano stati chiesti 6,4 milioni come contributo per garantire la copertura di una fetta degli «aiuti» ai dipendenti con redditi medio-bassi.

Il Viminale ha pubblicato il 2 marzo il decreto con la ripartizione della nuova tranche di contributi, dicasi tagli Comune per Comune. Nel complesso lo Stato chiede agli enti locali nel 2015 poco più di 563 milioni di euro per la manovra degli 80 euro, 375 erano già stati pagati nel 2014. Tecnicamente si tratta di un «contributo alla finanza pubblica». In pratica Roma taglia i trasferimenti e impone ai Comuni una revisione della spesa, quindi una sforbiciata ai bilanci, di pari valore.

L’impatto per il Comune di Bergamo è significativo: 1,270 milioni circa di tagli a fronte degli 845.758 del 2014 (+424 mila euro). Una cifra che non coglie di sorpresa Palafrizzoni. «La conoscevamo già e rientra nei 3,6 milioni di tagli complessivi che dovremo mettere nel bilancio di previsione su cui stiamo lavorando» spiega l’assessore Sergio Gandi. Effetto della Legge di Stabilità che ha previsto una sforbiciata per i Comuni italiani di 1,2 miliardi, che diventa di 1,5 miliardi con le altre manovre. «I tagli decisi dal governo creano problemi enormi alle amministrazioni comunali – sottolinea Gandi –. I primi riesci a fronteggiarli, poi più vai avanti più diventa complicato garantire i servizi ai cittadini e fare economie». Bergamo ha avviato un lavoro certosino per ridurre ulteriormente le voci di spesa. La spending review ha toccato, chi più, chi meno, tutti gli assessorati. E l’obiettivo è ambizioso: risparmiare un milione all’anno. «Quindi quest’anno faremo una revisione della spesa maggiore rispetto a quella che ci è stata chiesta dal governo» conclude.

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