Cronaca / Bergamo Città
Martedì 06 Maggio 2014
Burrasca fra Uniacque e il Comitato
«L’aumento delle tariffe è del 24,3%»
E’ burrasca fra Uniacque e il Comitato Acqua bene comune. L’aumento retroattive delle tariffe idriche +13,4% in realtà secondo il Comitato sarebbe del 24,3%. Così ha preso carta e penna e scritto ai sindaci della Provincia chiedendo anche le dimissioni di presidente e ad di Uniacque.
E’ burrasca fra Uniacque e il Comitato Acqua bene comune. L’aumento retroattivo delle tariffe idriche +13,4% in realtà secondo il Comitato sarebbe del 24,3%, così ha preso carta e penna e scritto ai sindaci della Provincia, al presidente Uniacque Giovanni D’Aloia e all’ad Uniacque
Antonio Pezzotta chiedendo anche le dimissioni di quest’ultimi due.
«E’ proprio il caso di dire che con gli attuali Amministratori di Uniacque le cattive sorprese non finiscono mai - è l’incipit della lettera -. Lo scorso mese di dicembre il Presidente di Uniacque, avv. Giovanni D’Aloia, e il suo Amministratore Delegato, rag. Antonio Pezzotta, avevano annunciato l’aumento retroattivo al 1 gennaio 2013 della tariffa dell’acqua che passava dai 0,95 € al mc. del 2012 ai 1,077 € al mc. del 2013, o almeno così era parso di capire a tutti noi».
«L’annuncio -prosegue la missiva - aveva innescato un acceso dibattito che aveva coinvolto tutti, Cittadini, Sindaci, Consiglieri Provinciali, Associazioni di Consumatori, Giornalisti, in molti avevano espresso opinioni, considerazioni e prese di posizione sulla necessità o meno di un così grande aumento (+13,4%) Alcuni Sindaci, preso atto che questo aumento generava un utile quasi doppio (circa 24 milioni) rispetto a quello dichiarato necessario dagli stessi Amministratori di Uniacque (circa 14 milioni), si sono visti costretti a chiedere al Giudice del TAR di annullarlo in quanto eccessivo e inutile».
«Ma ecco nei giorni scorsi il colpo di scena - si legge ancora -, dalla lettura dei documenti del bilancio 2013 scopriamo che abbiamo discusso per mesi di un qualcosa che non esiste, ci siamo dati la pena di schieraci a favore o contro un aumento che era solo nella nostra immaginazione. Se infatti leggiamo a pag. 17 della “Relazione sulla gestione al bilancio 2013” scopriamo che in realtà l’aumento retroattivo al 1 gennaio 2013 che l’Assemblea dei Sindaci e il Consiglio Provinciale hanno approvato, rispettivamente il 4 e il 20 dicembre 2013, non è del 13,4% ma bensì del 24,3% e che quindi la tariffa dell’acqua applicata retroattivamente a tutto il 2013 non sarà di € 1,077/mc. ma sarà addirittura di € 1,181/mc., con un utile che quindi schizzerà dai previsti circa 24 milioni di euro ai circa 34 milioni di euro, naturalmente con il corrispettivo aumento delle tasse».
«Il conguaglio che da alcuni mesi sta arrivando ai cittadini e alle Imprese nelle bollette dell’acqua, cosa che peraltro Uniacque aveva categoricamente affermato di non aver fatto davanti al Giudice, non è quindi che una parte, circa la metà, di ciò che dovranno ancora pagare quando, Aee Gsi approverà l’aumento retroattivo richiesto da Uniacque. Ma le sorprese non sono ancora finite, a pag. 39 della “Nota integrativa al bilancio 2013”, gli ineffabili Presidente e Amministratore Delegato di Uniacque ci annunciano che, grazie a una nuova delibera Aee Gsi, potranno recuperare anche i costi non coperti dalla tariffa fino al 2011 e che quindi verranno applicati ulteriori aumenti retroattivi per gli anni dal 2008 al 2011, modalità e tempistiche dei conguagli sono in corso di definizione».
«Gentili Sindaci - è la conclusione -, crediamo che non vi siano più parole per qualificare il comportamento di un Presidente e di un Amministratore Delegato che stanno prendendo in giro da mesi Cittadini, Sindaci, Consiglieri Provinciali, Associazioni di Consumatori e da ultimo anche Giudici, e che hanno fatto venir meno l’indispensabile rapporto di fiducia che caratterizza il tra Soci e Amministratori. Il Comitato Acqua bene comune, ritenuto che le responsabilità di questi ripetuti inqualificabili comportamenti siano in capo al Presidente e all’Amministratore Delegato di Uniacque, ne chiede le immediate dimissioni».
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