Mendicanti agli angoli delle strade
Si allarga la mappa della povertà

I mendicanti sono aumentati. Lo confermano i dati della Caritas. La povertà è una realtà ben presente anche a Bergamo, ed è sotto gli occhi di tutti una sorta di povertà multietnica che, negli ultimi mesi, oltre ai soliti “volti noti” provenienti in particolar modo dall’Europa dell’est colpisce anche africani e indiani. Più raro rispetto al passato è invece lo sfruttamento dei bambini.

Già al mattino, al semaforo di via alle Case Barca, una donna cerca fra le auto ferme qualche monetina. E' bielorussia e vive con quattro bambini da sfamare in un posto abbandonato via Tadini. Due zingari, a qualche metro di distanza, cercano di vendere rose. Anche tra via San Bernardino e la circonvallazione Paltriniano c’è grande movimento: tutti gli accessi sono occupati. Nelle adiacenze del rondò di Colognola un pakistano con i baffi e la pelle olivastra in carrozzella, senza entrambi gli arti inferiori, sfiora in modo molto pericoloso auto e camion a pochi centimetri dal guard-rail.

La richiesta di elemosina in centro, oltre a verificarsi fra le vie Nullo, San Giorgio e Don Bosco, non risparmia nemmeno il salotto del cuore di Bergamo. In via XX Settembre, fra tre ragazzi rumeni che strimpellano coi violini, c’è anche un signore sulla cinquantina avvolto in una coperta che in compagnia di un cane cerca qualche libera offerta. Tre vetrine più avanti, sotto i portici di piazza Pontida, un africano proveniente dal Ciad chiede aiuto in piedi con un cappellino in mano. In via Tiraboschi fra i passanti si nota un anziano rumeno con la barba sdraiato a terra accompagnato da un cartone di vino e le stampelle.

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