Sclerosi multipla, metodo Zamboni
Al Don Orione test sperimentale

Il Don Orione scende in campo per aiutare la ricerca sulla sclerosi multipla. La decisione è arrivata dopo il primo evento pubblico organizzato dal neonato Centro studi sociosanitari «Doces» del Don Orione: un incontro con Paolo Zamboni, direttore del Centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, chiamato a illustrare le sue ricerche sulla insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi) e i nessi causali tra questa patologia e la sclerosi multipla.

Il cosiddetto «metodo Zamboni», negli ultimi tempi al centro di un dibattito anche acceso tra le comunità scientifiche e di ricerca nazionali e internazionali, consiste in un trattamento di angioplastica per liberare l'ostruzione delle vene giugulari, dilatandole con un palloncino e ristabilendo il normale flusso di sangue: questo intervento, secondo trial clinici attivati da Zamboni (ma sui quali ci sono considerazioni scientifiche diametralmente opposte), sui pazienti affetti da sclerosi multipla apporterebbe miglioramenti e stabilizzazione della degenerazione della malattia.

«L'obiettivo del Centro studi è quello di cercare anche strumenti per aiutare la ricerca scientifica ad affrontare i bisogni della comunità e delle malattie croniche – ha evidenziato, alla presenza di medici, operatori sociosanitari e dei vertici del Don Orione, Bruno Sgherzi, direttore del Centro studi, affiancato da Giorgio Brunelli, direttore del Dipartimento odontoiatrico del Don Orione e docente all'Università di Cagliari, che collabora con "Doces" per formazione e progetti scientifici –. Per questo siamo interessati a confrontarci con Paolo Zamboni e con il suo studio sperimentale su Ccsvi e sclerosi multipla».

Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 10 marzo