Ma, mentre sono in corso gli incontri sindacati-Asl, ci sono già modifiche al progetto originario: all’ipotesi iniziale di una centrale operativa con équipe anche medica che doveva valutare le chiamate degli utenti ed eventualmente inviare il medico competente per zona in visita domiciliare, ora c’è un cambiamento. «Il progetto è stato adeguato anche sulla valorizzazione delle professionalità dei medici di continuità assistenziale (sono 174 su tutto il territorio per un totale di 27 postazioni, ndr) – sottolinea Imbalzano –. Quindi la centrale operativa, o centralino unico che dir si voglia, che sarà dislocato in città e con numero unico per tutto il territorio, avrà al suo interno solo personale tecnico e non medico, e funzionerà con avanzati sistemi informatici e telematici. La chiamata, con tutte le informazioni riguardo all’utente, le richieste, il domicilio e il recapito telefonico verrà dirottata, sotto forma di breve messaggio, sui telefonini a disposizione dei medici di continuità assistenziale. Ogni medico avrà in dotazione un "palmare", un Blackberry, dove verrà ricevuto il breve messaggio o sms e poi spetterà al medico valutare il tipo di intervento». Vale a dire: consulenza telefonica, visita ambulatoriale, visita a domicilio. E ancora: «Sulle 27 postazioni di continuità assistenziale, 17 diventeranno "ambulatori qualificati" – ha evidenziato Imbalzano, affiancato da Laura Perego, direttore dipartimento Cure primarie dell’Asl –, con dotazioni e strumentazioni specifiche, aperti a libero accesso dalle 8 alle 20 al sabato e alla domenica (ovviamente i turni notturni di guardia medica avranno altri professionisti rispetto a chi è in diurno, ndr), con un coordinamento delle farmacie nell’erogazione, senza ricetta, dei farmaci per le cosiddette terapie croniche, ricette per le quali a volte, e anche di frequente, gli utenti usano il servizio di guardia medica in modo improprio. E su questo tema sarà necessario un vero cambiamento culturale».
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