Dal suino di montagna
un prosciutto delle Orobie

«Trovo molto intelligentela proposta di quest'azienda che vuole unire alla propria attività di salumeria una forte caratterizzazione con un prodotto simbolo». Lo ha ribadito l'assessore regionale all'Agricoltura dopo la visita all'Ibs Ca' del Botto di Azzano San Paolo. 

«Trovo molto intelligente e di estremo interesse la proposta di quest'azienda che vuole unire alla propria attività di salumeria a 360 gradi una forte caratterizzazione con un prodotto simbolo che richiama il territorio e l'agricoltura di montagna. L'idea di ripristinare una pratica storica come quella della zootecnia di montagna e che questa possa generare una filiera unica con un prodotto specifico delle Orobie, che si qualifichi con identificazione territoriale, va nella direzione di quella ricerca che riteniamo importante».

Lo ha ribadito l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava, al termine della visita effettuata presso il salumificio Ibs Ca' del Botto di Azzano San Paolo. 

OCCORRE CARATTERIZZARE MERCATO
"Da un lato questa iniziativa muove l'agricoltura di montagna come attività di presidio del territorio - ha proseguito Fava -, dall'altra rilancia il tema zootecnico legato a una filiera specifica che si inserisce in un mercato che si è massimizzato troppo in questi anni e che ha bisogno di essere qualificato con un prodotto di nicchia che caratterizzi un'azienda come questa".

"E' interessante che l'azienda bergamasca voglia partire con un progetto che non sposterà significativamente i propri fatturati - ha detto l'assessore lombardo -, ma che ha come obiettivo di qualificare la produzione. Per questo ho invitato il proprietario dello stabilimento a un incontro in Regione per discutere le modalità che in questo momento rendono difficile l'attuazione di un progetto che giudico significativo e di grande interesse". 

RIPERCORRERE ANTICHE PRATICHE
Piena soddisfazione l'ha espressa Luca Chiesa, amministratore dell'azienda di Azzano San Paolo. "Sono contento che anche l'assessore regionale sia d'accordo con noi per sviluppare questo progetto - ha detto Chiesa - che consiste nel portare i suini in montagna, lasciarli vivere allo stato brado, e poi integrando l'alimentazione se necessario. In montagna c'era chi aveva la stalla con i maiali, e addirittura si andava a fare la transumanza insieme alle pecore e agli altri animali. Abbiamo già iniziato a fare da un paio d'anni l'esperimento con un numero abbastanza ridotto di animali, ma ci sono problemi burocratici per sviluppare questa iniziativa. Apprezzabile che l'assessore Fava abbia preso a cuore le nostre difficoltà e voglia trovare un modo per superare queste e gli ostacoli che si frappongono".

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