La Giunta dice sì alla decadenza
Berlusconi: colpita la democrazia

La Giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato ha dato a maggioranza parere favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Lo ha annunciato, poco dopo le 16,30 di venerdì 4 ottobre, il presidente Dario Stefano, alla conclusione della Camera di consiglio. QUI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

La Giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato ha dato a maggioranza parere favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Lo ha annunciato, poco dopo le 16,30 di venerdì 4 ottobre, il presidente Dario Stefano, alla conclusione della Camera di consiglio.

«La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sull'imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia. Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia». Lo afferma in una nota Silvio Berlusconi.

«Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si e' andati oltre ogni limite di tollerabilità». Così il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, dopo la decisione della Giunta per le elezioni del Senato che ha votato a maggioranza per la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, a seguito della condanna nel processo sui diritti tv Mediaset.

«Al verdetto politico, fondato sul pregiudizio e sull'odio verso Silvio Berlusconi, in palese violazione del principio della non retroattività della legge penale sancito dalla Costituzione - aggiunge Schifani - oggi si è aggiunto l'intollerabile comportamento di un senatore che ha infranto il patto di riserbo dell'udienza pubblica dell'organismo parlamentare e inficiato così la legittimità della decisione».

«Un comportamento, questo, che avrebbe dovuto imporre lo stop ai lavori, come abbiamo richiesto al presidente Grasso. Ora spetterà all'Assemblea del Senato evitare che si consumi definitivamente questo gravissimo vulnus costituzionale e regolamentare. Ci auguriamo - conclude Schifani - che gli alleati di governo, Partito democratico e Scelta Civica, abbiano in quella sede un sussulto di responsabilità e respingano insieme al Pdl il pronunciamento odierno».

In mattinata Schifani aveva attaccato l'esponente del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, accusandolo di esprimere su Facebook giudizi volgari e offensivi contro il presidente Berlusconi, violando il regolamento del Senato. «Un comportamento intollerabile che conferma la bontà della nostra richiesta di ricusazione di alcuni membri della Giunta ed inficia gravemente la legittimità dei lavori del collegio». Erano state queste il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.

«Vi siete inventati una storia che non c'è». Ecco la replica di Crimi ai giornalisti lasciando la Giunta. «Era un post satirico, non mio, e non aveva nulla a che vedere con la seduta, irrilevante rispetto ai suoi lavori. L'ho solo ripreso».

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