Chiuduno, furto dopo la tragedia
Il ladro-carabiniere giocava alle slot

Il ladro che aveva rubato la borsetta dall'auto della barista romena ferita nell'incidente di domenica scorsa a Chiuduno è stato individuato. E saperlo è un altro pugno nello stomaco. Perché il responsabile è un carabiniere della tenenza di Seriate. Il carabiniere è stato sospeso dal servizio.

Lo hanno individuato, il ladro che aveva rubato la borsetta dall'auto della barista romena ferita nell'incidente di domenica scorsa a Chiuduno. E saperlo è un'altra coltellata in questa storia che da una settimana sgocciola sangue e sgomento. Perché il responsabile è un carabiniere intervenuto per i soccorsi, D. T., della tenenza di Seriate, che non s'è fatto scrupoli nell'approfittare dell'inferno che era diventato quel pezzo di provinciale 91. Mentre la ragazza veniva portata in ospedale, mentre a terra c'erano due cadaveri, i feriti urlavano e gli aggressori fuggivano, lui si premurava di far sparire la borsa abbandonata sull'Audi A2 della giovane e di appropriarsi del bancomat che avrebbe poi usato per giocare alla videolottery in due sale slot di Dalmine.

Il carabiniere è stato sospeso dal servizio. Lo fa sapere il comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, che evidenzia di aver provveduto immediatamente a sospendere dal servizio il militare, indagato a piede libero per furto e utilizzo indebito di carte di credito.

La tragedia
Fa male apprenderlo. Perché questo episodio di viltà va a incastonarsi in una vicenda di dolore, ma soprattutto di sconfinato altruismo, dove una dottoressa viene uccisa mentre sta prestando soccorso a un bisognoso incontrato per strada, dove una madre che avrebbe tutto il diritto di essere risentita col mondo, con quegli stranieri che pestandosi hanno apparecchiato la morte della figlia, invece di imprecare decide di aiutare i quattro bimbi dell'altra vittima, l'indiano Baldev Kumar che alla rissa aveva partecipato. Indigna, perché pure la barista, Joana Maria Busuoic, aveva accostato per aiutare, ritrovandosi alla fine con un piede e un femore fratturati, e pure derubata. Fa male, come ogni volta che si viene a sapere che un uomo delle forze dell'ordine, quello che dovrebbe difenderti e combattere la criminalità, fa il doppio gioco, giocando tra l'altro col favore che una divisa può concedere: insomma, siamo di fronte a un doppio tradimento. E urta, perché mentre lui si dedicava alle slot con i soldi rubati, i suoi colleghi si dannavano a ricostruire l'intricata dinamica e a rintracciare i responsabili, saltavano turni di riposo, perdevano ore di sonno, tenuti svegli dall'adrenalina e animati da una foga che forse ha a che vedere con la volontà di rendere onore al gesto di Eleonora Cantamessa.

Indagano i colleghi
Sono stati proprio i carabinieri - quelli di Grumello e del Nucleo operativo radiomobile di Bergamo - a indagare e a identificarlo. E quando hanno scoperto che era uno di loro, non hanno cercato di insabbiare. Hanno tirato dritto per senso di giustizia, anche a costo di vedersi macchiata la loro, di divisa, perché ci sarà sempre qualcuno che coglie l'occasione per sparare a zero sull'Arma senza fare distinzioni tra mele marce e maggioranza che lavora in modo irreprensibile. Lo hanno riconosciuto dalle immagini delle due sale slot di Dalmine, situate nello stesso stabile sulla provinciale 525, in cui s'era presentato lunedì e martedì, i giorni immediatamente successivi alla tragedia. Il gestore lo aveva già visto, conosceva il vezzeggiativo del suo nome e non ha esitato a indicarlo. Anche perché il militare era stato l'unico in quei due pomeriggi a «strisciare» il bancomat per farsi dare le monete: 100 euro la prima volta, 200 la seconda. Il cassiere non s'era insospettito, perché D. T. aveva digitato il pin (il codice segreto che la barista teneva nel portafogli). La banca aveva ricostruito i movimenti e aveva indirizzato i carabinieri. Agli orari delle «strisciate» sono state abbinate le immagini registrate con le facce dei clienti che entravano nei due locali in quell'arco di tempo. E in entrambi i video compariva il volto del loro collega. A chiudere il cerchio sono state le note degli interventi: il militare risultava in servizio sul posto della tragedia. Ieri è stato sentito il compagno di pattuglia: è caduto dalle nuvole in modo definito spontaneo, segno che non sapeva davvero nulla di quello che aveva combinato l'altro.

In difficoltà negli ultimi tempi
D. T. è in servizio alla tenenza di Seriate da più di 10 anni. Dunque, non è di primo pelo, non è la recluta inesperta e facile a cadere in tentazione. Ma viene descritto come un po' confuso nell'ultimo periodo di vita, punteggiato - secondo indiscrezioni - da difficoltà. Forse pure lui caduto prigioniero di slot e videopoker, perché non bisogna essere degli analisti per intuire che se un carabiniere con parecchi anni di servizio alle spalle, dunque uno che certe cose le dovrebbe masticare, commette l'ingenuità di presentarsi in una sala giochi utilizzando un bancomat rubato e pretendendo che in questo tipo di locali non ci sia un circuito di videosorveglianza, beh, o dev'essere sprovveduto per natura o posseduto dal demone dell'azzardo che lo annebbia. Lunedì sono state compiute alcune perquisizioni, anche nella caserma di Seriate. D. T. risulta in ferie (già programmate da tempo) in una località del Sud Italia: è lì che gli hanno notificato che a suo carico c'è un'indagine per furto e indebito utilizzo di carte di credito.

Claudia Mangili
Stefano Serpellini

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