Brebemi e Coldiretti: «Tolti terreni
che sono pari a mille campi di calcio»

Non sono passate inosservate le affermazioni del presidente di Brebemi, Francesco Bettoni: «Grazie alla visuale dall'alto ci si può rendere bene conto che, tutto sommato, non abbiamo sottratto molto terreno all'agricoltura».

Non sono passate inosservate le affermazioni del presidente di Brebemi, Francesco Bettoni, dopo che sabato, a bordo di un biposto ultraleggero decollato dal «Campo volo Careas» di Caravaggio, aveva sorvolato da Cassano a Brescia tutto il tracciato della Brebemi. «Grazie alla visuale dall'alto - le parole di Bettoni - ci si può rendere bene conto che, tutto sommato, non abbiamo sottratto molto terreno all'agricoltura».

Parole che hanno fatto sobbalzare sulla sedia il presidente della Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio. «Dispiace - commenta - che certe affermazioni giungano dopo "una visione dall'alto" e quindi in ogni senso da una certa distanza da queste opere, contrariamente a quanto è costretto il mondo agricolo che, non disponendo di ultraleggeri, le subisce molto più direttamente "da terra"».

Dopo il volo il presidente della Brebemi aveva anche sottolineato le mitigazioni ambientali e di compensazione previste dal progetto dell'autostrada, «per le quali - sono le sue parole - spenderemo complessivamente circa 400 milioni di euro, corrispondenti al 25% del costo dell'autostrada».

Cifre alle quali Brivio ribatte «citando solo alcune delle problematiche» causate da Brebemi, dalle relative opere connesse (raccordi e tangenziali), e dalla Tav (tratto Treviglio-Brescia) in costruzione da parte del consorzio Cepav 2 (il cui presidente Roberto Uberti sabato era in volo con Bettoni).

«Queste problematiche - dice Brivio - sono cento aziende agricole espropriate; sei milioni di metri quadrati (pari a oltre mille campi da calcio) occupati da Brebemi, Tav, opere connesse e aree intercluse tra le due grandi infrastrutture sottratte all'utilizzo agricolo delle quali ancora non è certo chi debba farsene carico; aziende agricole isolate dai loro terreni...».

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