Il gioco per aiutare i piccoli pazienti
Nuovo progetto ai Riuniti di Bergamo

La sala operatoria è un pianeta, la Tac un'astronave. Quando il paziente è un bambino, fargli comprendere che cosa sta accadendo deve trovare strade nuove, come quella del gioco. È l'obiettivo del progetto «Giocamico» ai Riuniti.

La sala operatoria è un pianeta e la Tac un'astronave. Quando il paziente è un bambino, fargli comprendere che cosa sta accadendo deve trovare strade nuove, come quella del gioco e della relazione. È questo l'obiettivo del progetto «Giocamico», attivato per i bambini dai 4 ai 16 anni nei reparti pediatrici degli Ospedali Riuniti, in collaborazione con la Psicologia Clinica e con il sostegno delle associazioni Amici della Pediatria e L'Orizzonte di Lorenzo Onlus.

La psicologa impegnata nel progetto, Maria Alberti, si presenta in corsia e nelle stanze di degenza con una grande borsa in stile Mary Poppins, da cui prende i suoi due preziosi assistenti, Nadia e Giacomino, due bambole di pezza, e tutto lo strumentario con cui i bambini ricoverati hanno a che fare: aghi, siringhe, elettrodi e cannule. Da lì inizia la relazione con il bambino, e con la sua famiglia, per parlare di quello che accadrà - interventi, esami, terapie -, ma anche delle emozioni e dei sentimenti che prova il piccolo ricoverato. In pratica un vero e proprio colloquio psicologico, anche se presentato come un gioco.

«E' un modo per creare un rapporto di alleanza tra l'équipe medica, il reparto di degenza, il piccolo paziente e il nucleo familiare. Un'alleanza che alimenta la fiducia reciproca e facilita la comunicazione tra tutti i protagonisti del percorso di cura, essenziale per arrivare al miglior risultato possibile in termini clinici e di serenità del paziente – ha commentato Laura Chiappa, direttore sanitario degli Ospedali Riuniti -. È questo il valore di questo progetto, reso possibile dal sostegno delle associazioni, che nel nostro ospedale, centro di riferimento italiano per la cura di molte malattie complesse in ambito pediatrico, è un valore aggiunto importantissimo, soprattutto per quelle famiglie che devono affrontare lunghi periodi lontano da casa per un trapianto o per cure oncologiche».

Per esempio i bambini che dovranno sottoporsi a una risonanza magnetica nucleare - esame che risulta fastidioso anche per molti adulti per la lunga immobilità in uno spazio ridotto e il rumore a cui si è sottoposti - si preparano a un viaggio in una navicella spaziale con un allenamento da veri astronauti. La psicologa riproduce anche i rumori dell'apparecchiatura e mostra alcune foto della «navicella spaziale», in modo che il bambino non si spaventi quando si troverà all'interno del tunnel della risonanza magnetica. «Negli altri centri italiani dove è stato introdotto questo approccio, si è avuta una drastica riduzione delle sedazioni per gli esami più invasivi e ci attendiamo che anche da noi accada la stessa cosa – ha spiegato Maria Simonetta Spada, responsabile della Psicologia Clinica degli Ospedali Riuniti -. Questo risultato, concreto e misurabile, è la conseguenza di un approccio ludico alle difficoltà legate alla permanenza in ospedale, collocato all'interno di un percorso di accompagnamento del bambino e della famiglia che intende promuovere la salute in senso lato. Aiutare i bambini a conoscere quello che stanno affrontando, li aiuta a collocare nella propria storia un evento traumatico e doloroso e a trovare l'energia necessaria per affrontare al meglio quest'esperienza. In questo modo i bambini imparano anche ad adattarsi all'ambiente ospedaliero e ad affrontare il dolore».

Avere la possibilità di conoscere e sperimentare come un gioco ciò che incontreranno nel percorso di cura trasmette maggiore sicurezza e tranquillità è un impegno che i Riuniti si stanno prendendo non solo per i bambini, ma anche per i genitori. Stando accanto ai figli durante gli incontri con la psicologa, i genitori hanno infatti l'occasione di capire in modo semplice e diretto quello che accadrà, e la loro maggiore serenità verrà inevitabilmente trasmessa anche ai loro bambini.

A Bergamo il progetto «GiocaAmico» è sostenuto dalle Associazioni Amici della Pediatria e L'Orizzonte di Lorenzo Onlus, attive rispettivamente nel reparto di Pediatria e Gastroenterologia Pediatrica, e di Cardiochirurgia Pediatrica degli Ospedali Riuniti. «Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di questo importante progetto, in linea con la nostra quotidiana missione di migliorare sempre più l'assistenza ai bambini ricoverati e il supporto ai famigliari – ha spiegato Milena Lazzaroni, Presidente dell'Associazione Amici della Pediatria -. Offrire una corretta comunicazione al bambino e al genitore aiuta a contenere l'ansia e la paura. Ci siamo offerti di sostenere il progetto, sensibilizzando i nostri soci e sostenitori, e di collaborare allo stesso ove richiesto anche con i nostri volontari». «La nostra missione è aiutare i bambini cardiopatici durante il percorso di cura in una visione olistica dei loro bisogni – ha commentato Alessandra Panarese, Presidente dell'Associazione L'Orizzonte di Lorenzo Onlus -. Un anno e mezzo fa quando abbiamo iniziato a raccogliere le prime informazioni sul progetto Giocamico ci siamo resi subito conto che la metodica utilizzata è semplice ed estremamente efficace. Abbiamo con forza voluto e sostenuto questo progetto perché crediamo che tramite il gioco il bambino riesca ad esprimere al meglio e più liberamente i propri sentimenti e a trasmettere “ciò che le parole non possono o non vogliono dire».

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