Cronaca
Mercoledì 21 Dicembre 2011
La Regione «rimodula» l'Irpef
Altro salasso: ecco gli esempi
Dulcis in fundo. Dopo Monti arriva anche la Regione Lombardia. Che ha rimodulato le addizionali Irpef sulla base delle decisioni del Governo. Dal prossimo anno l'aliquota rimarrà invariata solo per i redditi fino a 15 mila euro, per tutti gli altri aumenterà.
Dulcis in fundo. Dopo Monti arriva anche la Regione Lombardia. Che ha rimodulato le addizionali Irpef sulla base delle decisioni del Governo. Dal prossimo anno l'aliquota cambia per tutti.
Fino a 15 mila euro l'aumento sarà solo quello già deciso dal governo, cioè si passerà dall'attuale 0,9 % a 1,23 %: la Regione non ha introdotto addizionali ulteriori. Da 15 mila a 28 mila si passa dall'1,3 precedente all'1,58% (1,23 % di base + 0,35 %), per gli scaglioni successivi (da 28 a 55 mila euro e da 55 mila a 75 mila, e successivi ovviamente) si passa dall1,4 % all'1,73 % (1,23 % di base + 0,50 %)
La decisione è stata presa dal consiglio regionale che ha approvato a maggioranza i documenti finanziari e di bilancio per il 2012. Il bilancio regionale è di 23 miliardi, oltre 17 miliardi dei quali (+ 0,6% rispetto allo stanziato nel 2011) andranno al sistema socio sanitario.
Tornando alle tasse in più, la quota addizionale regionale dell'Irpef, come previsto dalla manovra nazionale, ridetermina l'aliquota base anche per l'anno di imposta del 2011 in modo retroattivo. Quindi i lavoratori, e comunque quelli che le tasse le pagano, dovranno versare un conguaglio per il 2011. Presumibilmente a gennaio, o fra gennaio e febbraio: per fare un esempio chi prende 15 mila euro pagherà un conguaglio di 49 euro; con un reddito da 25 mila euro il conguaglio è di 77 euro, mentre l'intera imposta regionale annuale passa da 265 a 342 euro; con 50 mila euro di reddito l'addizionale passa da 615 a 774 euro.
Soddisfatto del voto il relatore dei provvedimenti finanziari Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), presidente della commissione Bilancio. «Abbiamo portato a casa, nonostante tutto una legge di bilancio soddisfacente grazie al quale la Lombardia potrà continuare ad erogare servizi di qualità, come quelli sanitari».
Cecchetti ha evidenziato «la riduzione di risorse messe a disposizione dallo Stato, in continuità con il 2011, nonché la considerevole diminuzione del tetto di spesa previsto dal Patto di Stabilità che ha portato negli ultimi tre anni a una riduzione della capacità di spesa di circa il 25%. Al di là della difficoltà, siamo però riusciti a mettere in campo anche aiuti per gli enti locali lombardi con lo sblocco di risorse pari a 70 milioni di euro per il Patto di Stabilità Territoriale, con la precisa finalità di promuovere gli investimenti sul territorio. E riusciamo a garantire il pagamento ai fornitori entro 90 giorni, un unicum a livello nazionale. Nel frattempo siamo sempre in attesa che lo Stato ci rimborsi dei servizi sanitari che la Lombardia ha erogato a cittadini provenienti da altre Regioni per ben 769 milioni».
Il parere dei Gruppi
Negativi i giudizi sulla manovra da parte delle minoranze. Il capogruppo dell'Udc Gianmarco Quadrini ha parlato di «un bilancio che manca di consapevolezza e della necessaria condivisione trasversale, un atteggiamento di disponibilità che sarebbe stato invece utile per una gestione migliore delle risorse e per la scelta dei tagli dolorosi da fare».
Per Gabriele Sola dell'Italia dei Valori, la manovra «è un'altra stangata per i cittadini lombardi, che dopo gli aumenti del trasporto pubblico locale sono costretti a pagare il super ticket nonostante di siano sensibilmente ridotti gli investimenti nei servizi mentre si scopre che per i direttori generali sono in arrivo aumenti».
Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli di Sel hanno sottolineato che il «bilancio non ha nessun inversione di tendenza , così la regione rimane sorda su lavoro, scuola, politiche sociali e ambientali». Negativo il giudizio anche del Partito Democratico che attraverso il consigliere Enrico Brambilla parla di «un bilancio che non punta sull'equità e sulla crescita, che non riforma la spesa regionale e che segna la fine del federalismo fiscale targato Lega. All'applicazione indiscriminata e retroattiva dell'addizionale regionale Irpef si sarebbe potuta rimodulare l'aliquota decisa dalla Regione oppure, come ha chiesto con forza il Pd, esentare dai ticket sui farmaci e dal superticket su visite ed esami i redditi fino a 30mila euro. Sul fronte dell'equità pesa anche il dimezzamento del fondo sociale destinato ai comuni. Il bilancio 2012 manca poi di iniziative che sostengano la crescita e lo sviluppo».
Secondo il capogruppo della Lega Nord Stefano Galli, il bilancio lombardo si inserisce in «un contesto internazionale nel quale i timori di recessioni appaiono purtroppo più che fondati. Per la Lombardia rimane la speranza che fra le conseguenze di questa forte crisi economica e democratica possa affiorare una rinnovata e radicale volontà di coscienza autonomista».
Per il capogruppo del Pdl Paolo Valentini Puccitelli «si tratta di un bilancio realizzato con scarsi margini di manovra, difficile, che contiene tuttavia significativi stanziamenti per investimenti per gli investimenti, che sono a quota 600 milioni, e e per il credito alle imprese per il quale vengono stanziati 500 milioni».
Le cifre
Nei documenti vengono evidenziate le maggiori voci di spesa: sostegno alle imprese (74 milioni), per la cultura e l'istruzione (11,5 milioni per la realizzazione del Polo universitario delle province di Lecco e Sondrio e 1,5 milioni per il restauro del teatro Pedretti di Sondrio), a sostegno del Turismo (3,6 milioni), per gli oratori (0,7 milioni), per il progetto che ha come obiettivo quello di conciliare famiglia e lavoro (5 milioni), a sostegno degli affitti (30 milioni), per il piano nazionale casa (55 milioni nel triennio) e interventi per le aree Expo (oltre 264 milioni nel triennio). Per il trasporto pubblico locale è stanziato 1 miliardo, cui si devono aggiungere 197 milioni derivanti da risorse vincolate. Sostegno anche all'ambiente e per la valorizzazione del territorio (oltre 80 milioni nel periodo 2012-2014). Al servizio socio sanitario vanno 17 miliardi e 150 milioni, lo 0,6% in più rispetto allo stanziato nel Bilancio 2011 che chiude sui 23 miliardi.
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