Cronaca / Bergamo Città
Martedì 05 Gennaio 2010
A Milano l'ultimo saluto
alla professoressa Nina Kaucisvili
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Per quanto in questi giorni l'Università sia chiusa, il più profondo dolore per la morte dell'illustre professoressa è stato espresso dalla cattedra di Slavistica, che ne ricorda i numerosi suoi meriti, tra cui la fondazione dell'Istituto di Slavistica e del Seminario internazionale di Lingua russa. «Istituzioni – come viene sottolineato in una nota dei suoi allievi di un tempo – che continuano nel solco da lei tracciato, sviluppando i suoi preziosi insegnamenti scientifici e didattici». E per questo gli allievi esprimono «imperitura gratitudine, ricordando le grandi doti umane che hanno caratterizzato tutto il suo operato».
Nata a Berlino da padre georgiano e madre russa, la professoressa Kaucisvili aveva assistito allo scatenarsi del nazismo. Mentre la Germania piombava nella guerra, la famiglia riuscì a trasferirsi a Milano, dove Nina si laureò all'Università Cattolica nel 1945. Docente di lingua e letteratura russa, l'incontro tra Nina Kaucisvili e Bergamo avvenne nel 1968, quando il professor Vittore Branca, illustre linguista, venne incaricato di dar vita all'università bergamasca. Branca la contattò e, dopo un primo incontro, praticamente le diede carta bianca. Al primo anno accademico gli iscritti furono solo sette, ma l'anno dopo l'istituzione era già decollata grazie all'organizzazione del seminario internazionale di Lingua e letteratura russa.
Una brillante intuizione di Nina Kaucisvili e per l'Italia un evento straordinario, tanto che l'Università di Bergamo fu al centro dell'attenzione di studiosi e studenti di altre università, ma non mancò una buona partecipazione di bergamaschi. Le iniziative della professoressa Kaucisvili, fondatrice e preside della facoltà di Lingue, contribuirono al crescente prestigio dell'istituzione universitaria. Un riconoscimento che le venne espresso, tra lunghi e calorosi applausi, quando, presenti autorità, personalità e l'intero corpo docente, tenne l'ultima lezione avendo raggiunto, nel 1989, l'età della pensione. Chi le fu vicino nell'attività universitaria o anche più semplicemente ebbe occasione di conoscerla e di avvicinarla ne ricorda, accanto alla viva intelligenza, le grandi doti umane. La città di Bergamo, riconoscente, le conferì le medaglia d'oro di cittadino benemerito. P.C.
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