Cronaca
Giovedì 15 Aprile 2010
Bergamo e i suoi giovani
Uno su due è in Facebook
Vedi documenti allegati
Per gli adolescenti dei giorni nostri fare i compiti sulla scrivania di casa propria, ma chattando e scambiandosi informazioni con gli amici via web, per poi darsi appuntamento al bar sotto casa, è l'assoluta normalità. Un po' meno per i genitori e gli insegnanti, per il mondo degli adulti in generale, per cui l'era digitale è qualcosa di insondabile.
Una distanza tecnologica che non deve scoraggiare: la curiosità per ciò che fanno i propri figli o studenti infatti può avvicinare moltissimo e magari mettere in guardia i ragazzi che sembrano essere un po' troppo ingenui di fronte ai rischi del web.
È quanto emerge (ma si tratta solo di una anticipazione) da una poderosa ricerca promossa da Medas (Movimento educativo diritto allo studio) che ha coinvolto l'Ufficio scolastico provinciale, l'Università degli studi di Bergamo (Facoltà di Scienze della formazione), Asl di Bergamo, Ufficio giovani del Comune, Consulta provinciale studentesca, Piazza del Patronato San Vincenzo, Associazione genitori Coor.Co.Ge., Fondazione Bergamo nella storia - Museo storico di Bergamo.
Un progetto sulle modalità di comunicazione e relazione degli adolescenti residenti a Bergamo e provincia che ha coinvolto circa 4 mila tra genitori, docenti e studenti del territorio: i risultati verranno presentati venerdì nella sala conferenze della sede di Sant'Agostino dell'Università degli studi di Bergamo dalle 14,30 alle 18 in un convegno dal titolo «Piazze reali, piazze virtuali».
Parte della ricerca è stata condotta da Ufficio scolastico provinciale e Università su un campione di 1.400 studenti delle scuole superiori bergamasche, cui è stato sottoposto un questionario con sette domande introduttive per conoscere lo studente seguito da un centinaio di domande vere e proprie sui luoghi e i modi della comunicazione fra adolescenti.
Leggi di più su L'Eco in edicola il 15 aprile
© RIPRODUZIONE RISERVATA