Almeno per oggi

Scrivere tutti i giorni comporta il rischio che qualcuno legga. Più ancora, comporta il rischio che qualcuno desideri commentare ciò che ha letto. Avviene di tanto in tanto, anche per questa rubrica e la cosa mi fa piacere. I più si preoccupano della mia salute mentale e suggeriscono sistemi drastici e vigorosi per ristabilirla o, quantomeno, per contenerne i sintomi più imbarazzanti.

Accolgo queste osservazioni e prometto, un giorno, di provvedere ma ciò che davvero mi intimidisce sono i complimenti e, soprattutto, il meccanismo che scatta quando qualcuno, soffermandosi sui miei spropositi, si sente coinvolto e desidera condividere i suoi sentimenti. È accaduto di recente con la signora Luciana, una lettrice che, dopo aver letto le mie osservazioni sul 25 Aprile contenute nella rubrica uscita il 26 - “Meglio il vaccino” -, mi ha scritto una gentile lettera. La lettera, in realtà, è più che gentile: è toccante. Questo per la ragione che la signora, facendo seguito alle mie parole su fascismo e totalitarismi, ha voluto ricordare la figura di sua madre, scomparsa lo scorso 7 aprile a 93 anni. Una donna, come ricorda la signora Luciana, che conservava una testimonianza dolorosa per lei ma preziosa per tutti noi: quella delle violenze della dittatura.

«Ricordo benissimo - scrive la signora - i suoi racconti su cosa era il fascismo. Ha provato sulla sua pelle cosa volesse dire avere paura, sopportare soprusi di ogni genere, vedere i suoi fratelli massacrati di botte, il terrore di venire fucilata perché nel fienile nascondeva le armi dei partigiani e dava loro cibo e vestiario. Era una donna forte, come sua madre, e a costo della vita si ribellava a quello che oggi si vorrebbe far dimenticare».

Con il permesso della signora ho riportato questo passo perché il problema è proprio quello di non dimenticare, di tener vive quelle voci che, tra incertezze e imbarazzi, senza bisogno di ricorrere a retorica o polemica, hanno vaccinato tanti di noi contro la prepotenza. Con l’aiuto della signora Luciana, almeno per oggi ci siamo riusciti.

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