Dalle piste del Pora all’Australia. «La lezione sugli sci e poi la svolta»

La storia Aurora Soli ha 26 anni ed è «finance manager» a Melbourne. Originaria di Castione della Presolana, ha conseguito un master in Economia e la passione per gli sci. «Lezioni a una dirigente d’impresa che mi ha assunto». Il suo racconto, la nostalgia per la famiglia e i tanti progetti nel cassetto.

«Senza seguire il sogno del mio fidanzato Riccardo, e senza il suo prezioso sostegno non sarei riuscita ad affrontare questa esperienza da sola». A parlare è Aurora Soli, 26enne di Castione della Presolana, che insieme al fidanzato Riccardo Ferrari, 23enne e suo compaesano, dal giugno 2019 vive in Australia, attualmente a Melbourne. «Sono partita per l’Australia a giugno 2019 – racconta ricordando come è iniziata l’avventura –, un mese dopo aver completato i miei studi universitari. Durante tutti gli anni di università ho avuto l’immensa fortuna di poter lavorare come maestra di sci, una professione che amo e che mi ha dato tantissimo. Ho lavorato per cinque stagioni invernali, ogni weekend, al Monte Pora, sopra casa, con la scuola sci nazionale, che è un po’ come la mia seconda famiglia. Oltre al lavoro come maestra di sci però non ho avuto altre esperienze lavorative in Italia . Ero fresca fresca di studi. Ho frequentato il corso triennale di Economia aziendale a Bergamo, e poi mi sono trasferita nei Paesi Bassi, a Maastricht, dove ho conseguito un master in Financial Economics. Mi sono laureata ad aprile 2019 e subito dopo sono partita per l’Australia».

Prima in Olanda

«Vivere in Olanda è stata la mia prima esperienza lunga all’estero – racconta –, e mi ha permesso di conoscere tantissime persone, provenienti da tutto il mondo, e soprattutto di capire che avevo bisogno di viaggiare e di scoprire come si vive in Paesi diversi dall’Italia . Ho sempre avuto il desiderio di viaggiare e, idealmente, di vivere all’estero, fino da quando ero bambina, una passione che mi è stata trasmessa dai miei genitori. Ancora non me lo so spiegare perché abbiamo deciso di partire, so per certo che è stata la decisione migliore della mia vita. Io e Riccardo avevamo iniziato anni fa a parlare di andare a vivere all’estero per qualche mese. È partito tutto con uno scherzo “ma se andassimo in Australia?”. Lui ha sempre avuto il pallino per questa terra: quando aveva 18 anni voleva partire da solo, ma poi ha iniziato a lavorare e il sogno è rimasto nel cassetto. Io ero più orientata verso un Paese europeo; avevo paura che andare in Australia mi avrebbe impedito di trovare un lavoro nell’ambito dei miei studi, mentre in un Paese più vicino avrei forse avuto più possibilità (quanto mi sbagliavo!). Poi un giorno, nel parlare con un amico, ho scoperto che in Australia si scia, e che la sua esperienza come maestro di sci era stata incredibile. La stagione invernale australiana inizia a giugno e si conclude verso fine settembre, cosi appena finita l’università, io e il mio ragazzo ci siamo organizzati e siamo partiti: entrambi avremmo lavorato in una scuola di sci nelle vicinanze di Jindabyne, una città nel sud-est del New South Wales. Purtroppo Riccardo si è rotto il crociato anteriore un mese prima di partire e la scuola sci ha ritirato l’offerta di lavoro. Siamo partiti comunque, sapendo che il mio lavoro era sicuro e ben pagato; Riccardo invece ha poi trovato lavoro come barista in una cioccolateria gestita da un signore veneto».

«Poi un giorno, nel parlare con un amico, ho scoperto che in Australia si scia, e che la sua esperienza come maestro di sci era stata incredibile. La stagione invernale australiana inizia a giugno e si conclude verso fine settembre, cosi appena finita l’università, io e il mio ragazzo ci siamo organizzati e siamo partiti».

L’idea di una vacanza in Australia

L’idea, come spesso accade, era di restare per qualche mese, ma dopo oltre due anni l’avventura continua. « All’inizio pensavamo entrambi di rimanere in Australia solo per qualche mese – prosegue –, tant’è che prima di partire mio padre mi ha detto “Ci vediamo fra un paio di mesi”. L’idea era quella di lavorare durante la stagione invernale e poi prenderci un mese per viaggiare e visitare l’Australia. Fortunatamente non è andata come programmato. Durante una lezione di sci ho conosciuto la donna che ha cambiato la vita, sia a me che al mio ragazzo. Ho insegnato a sciare a lei e al suo gruppo di amiche per due settimane, e ci siamo tenute poi in contatto successivamente per consigli sullo sci etc. Un giorno mi ha chiamata dicendomi che si era liberata una posizione come “entry level accountant” nella sua azienda, e che se avessi voluto un lavoro certo per qualche mese aveva l’occasione perfetta per me. All’inizio non sapevo se accettare, ma poi mi sono lanciata. A distanza di due anni lavoro come “accountant” sempre nella stessa azienda che fa consulenza IT, ci occupiamo di creare sistemi manageriali per aziende di medie dimensioni. Ho iniziato come contabile e adesso mi occupo della gestione finanziaria dell’intera azienda. Nel frattempo la responsabile è andata in pensione, e ha lasciato a me il ruolo di “finance manager”. Il mio ragazzo ha trovato lavoro nella stessa azienda ma come consulente informatico. Ora lavoriamo entrambi da casa, facendo una professione che ci sta dando tanto, e dei colleghi che sono diventati amici».

«Amo l’Australia, adoro vivere e lavorare qui e vorrei passarci tutta la mia vita. Però ora sono giovane, senza responsabilità e non ho ancora una famiglia. Non so se sarò in grado di avere dei bambini e farli crescere lontano dai miei genitori e da casa mia. Per il momento è un problema che non mi pongo, ci penseremo fra qualche anno».

L’Italia e la nostalgia

Tornare in Italia? «Domanda difficilissima – confessa la 26enne –: amo l’Australia, adoro vivere e lavorare qui e vorrei passarci tutta la mia vita. Però ora sono giovane, senza responsabilità e non ho ancora una famiglia. Non so se sarò in grado di avere dei bambini e farli crescere lontano dai miei genitori e da casa mia. Per il momento è un problema che non mi pongo, ci penseremo fra qualche anno. Mi mancano le piccole cose, come la cena con i nonni in famiglia o le feste con i miei amici. Mi manca la sensazione di sentirmi a casa circondata dalle persone che hanno sempre fatto parte della mia vita e che mi conoscono bene. A volte sono molto nostalgica, per esempio quando mia madre mi manda le foto delle cene in famiglia e io sono l’unica non presente. Mi mancano occasioni importanti come la laurea della mia migliore amica o la nascita della mia nipotina. La pandemia non ha sicuramente aiutato in questo, anzi mi ha fatto sentire estremamente lontana e impotente nel fare qualsiasi cosa. Ho avuto spesso paura che succedesse qualcosa di brutto mentre io ero rinchiusa in Australia senza la possibilità di tornare. Siamo partiti senza neanche immaginarci che una pandemia avrebbe potuto tenerci lontano da casa per così tanto tempo. Ci sono stati momenti non facili dove abbiamo dovuto scegliere tra il nostro lavoro e futuro qui, e la famiglia. Adoro l’Australia, un paese giovane che non ha una propria cultura ma, proprio per questo, ha permesso a tante altre di ambientarsi e fiorire».

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