Uno dei misteri che ha affascinato i bambini negli anni 70, è stato quello delle scimmie di mare; ricordo come fosse oggi gli annunci sui giornali per ragazzi, che pubblicizzavano questi esseri straordinari, che nascevano da una polverina magica sciolta nell'acqua e che venivano raffigurati come un incrocio tra un tritone e la sirenetta, in grado di scherzare e giocare fra loro.
Ma erano le righe finali dell'annuncio, che lasciavano sbalorditi, per quello che promettevano: ”Vi mostreremo come insegnare loro ad obbedire ai vostri ordini ed eseguire esercizi come le foche ammaestrate”. In verità io non le ho mai avute, ma moltissimi persone le hanno comprate, per poi trovarsi tra le mani qualcosa di totalmente diverso. Erano gli anni ‘70, la cultura etologica era appannaggio di pochi eletti e la gente aveva forse più fiducia del prossimo.
Ma vediamo di fare un po' di chiarezza: la fantomatica “scimmia di mare” altro non è che un piccolo crostaceo di acqua salata, chiamato Artemia Salina, le cui uova sono in grado di rimanere in uno stato di quiescenza per lunghi periodi fino a quando non si ripresentano le condizioni favorevoli al loro sviluppo; e cioè acqua salata ad una temperatura di 25-30 gradi.
Oggi l'artemia salina viene allevata come cibo vivo e non ha nulla di magico, se non rappresentare un'ottima fonte proteica per i pesci che nuotano negli acquari di casa. Così le famose bustine commercializzate negli anni ‘70 non erano che uova di crostacei, purtroppo vendute come giocattoli.
E aveva ragione Marcel Proust quando affermava “la saggezza è un punto di vista sulle cose”: recentemente un'azienda italiana ha rimesso in commercio le scimmie di mare, chiamandole con un altro nome e avviando una colorata campagna di marketing nelle edicole e nei negozi per ragazzi dove venivano vendite le bustine. Nelle confezioni, prodotte in Cina, c'era il mangime e tutto il necessario per l'allevamento, incluso il sale da mettere nell'acqua. Peccato che l'artemia salina non sia un giocattolo, ma una creatura vivente ed esista una precisa normativa che regola l'importazione di animali vivi d'acquacoltura e il commercio di crostacei.
Così, fortunatamente, tutte le confezioni sono state ritirate dal mercato. Ma c'è qualcuno che a distanza di mesi torna in edicola a cercarle, sperando di trovare almeno una confezione, quando basterebbe entrare in un negozio di acquari. Lì però le bustine non sono così sfiziose come quelle pubblicizzate e non promettono nulla di magico e meraviglioso.
Non resta che riflettere lungamente e ricordare che nessun animale, neppure il più piccolo, può essere considerato un giocattolo, perché significherebbe tornare indietro, anziché continuare un personale percorso di crescita; ovviamente il problema non è risolto, considerato che il web è ricco di siti (per lo più americani), che vendono in modo folcloristico le scimmie di mare, portando innanzi una politica dell'inganno. Quello che si può fare, è una cosa sola: non acquistarle. Buona riflessione.
Marco Bergamaschi
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