L'adozione
di un cane anziano

Durante le ultime vacanze estive ho conosciuto una simpatica coppia di coniugi che mi ha confidato la decisione di voler adottare uno degli “amici con la coda” ospiti al canile municipale.

E unica condizione alla realizzazione del progetto, hanno precisato, era quella di trovare un soggetto di “quattro, cinque mesi, massimo un anno di età”, certi che un cane giovane fosse più “addestrabile”, perché più recettivo e perché non turbato da esperienze passate di abbandono e sofferenza. Inutile negarlo: questa loro convinzione (nata non da esperienza vissuta, ma per sentito dire) mi ha turbato molto, non solo perché è stato impossibile convincerli del contrario o perché mi hanno dato l'impressione che la loro non fosse una scelta d'amore altruistica, ma egoistica, bensì per il fatto che da anni sono un sostenitore delle adozioni dei “cani anziani”, che considero eccellenti occasioni di crescita per gli adottanti.

A onor del vero l'idea dei coniugi è ampiamente diffusa e condivisa da molte persone e un soggetto dopo i 7 anni ha sempre pochissime chance di essere considerato; sfortunatamente il tutto è suffragato dalla leggenda metropolitana che un peloso anziano non si affezionerà mai al pari di un cucciolo. Così decine di cani di quattro, cinque o sei anni diventano lentamente invisibili e, considerati “vecchi”, sono destinati a trascorrere tutta la vita in un box di cemento e ferro. Inutile sottolineare che, al contrario, un cane, anche se di 10 anni, si affezionerà sempre alla persona che lo sceglie e non per convenienza, ma perché in lui è innato il senso della riconoscenza e il desiderio di amare.

Sono davvero tanti i vantaggi che comporta l'adozione di un cane anziano: non sporca in casa come un cucciolo, ma gestisce abbastanza bene il bisogno di minzione, raramente mordicchia i mobili e dissemina il giardino di buche, si abitua facilmente ad ogni nuova situazione perché ha imparato a farlo nel corso del tempo, ha bisogno di molto meno movimento, la sua indole è più pacifica e silenziosa, chi lo sceglie non ha sorprese di taglia e peso (quante volte abbiamo sentito di cani di “piccola taglia” che sono cresciuti a dismisura) e soprattutto un cane non più giovane non aspetta altro che una persona su cui riversare tutto l'amore, che per anni non ha potuto donare a nessuno.

E per i più attenti un cane anziano può diventare un maestro di vita ed insegnare che, anche durante la vecchiaia, non cessa la "joie de vivre", l'allegria e la voglia di dare e ricevere affetto. Facciamo tesoro di questa esperienza, che diventerà preziosa quando ad essere anziani saremo noi.

Marco Bergamaschi

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