Crocifisso in aula: l’avvocatura dello Stato boccia il professore che lo rifiuta

Da un lato un docente che vuole far lezione in aula senza la presenza di simboli religiosi, per intenderci il crocifisso, dall’altro un preside che non ritiene giustificato tale atteggiamento. Così la vicenda dell’Istituto di Istruzione Superiore Valle Seriana di Gazzaniga continua a far discutere. Da mesi il docente di Lettere, Luigi Girelli, 39 anni, chiede - in nome della laicità dello Stato - di svolgere le lezioni senza simboli religiosi alle pareti, l preside, Antonio Savoldelli, per contro ha imposto l’osservanza della direttiva ministeriale sull’esposizione del crocifisso nelle aule. Il Csa, l’ex provveditorato di Bergamo - riferisce l’agenzia cattolica Adista - ha fatto giungere agli istituti di ogni ordine e grado della provincia un parere dell’Avvocatura Generale dello Stato che dichiara illegittimo «il rifiuto del docente di svolgere il proprio lavoro: la libertà di coscienza non giustifica l’intolleranza di ciò che è legittimamente disposto dalla Pubblica Amministrazione».

Il legale Antonio Palatiello e il vice avvocato generale Oscar Fiumara affermano che il principio di laicità dello Stato «è conformato» anche dall’articolo 7 della Costituzione, che sottolinea la speciale alleanza dello Stato con la Chiesa Cattolica, della quale il crocifisso è un emblema. L’esibizione del crocifisso è dunque per il giurista laico, comportamento coerente con l’articolo 7 della Costituzione, che, appunto, conforma il principio supremo di laicità. L’Avvocatura ricorda inoltre che il valore storico, culturale e morale del simbolo ha avuto riconoscimento anche di recente nella Giurisprudenza di merito. Il parere era stato chiesto alla fine di giugno dal dirigente scolastico del Valle Seriana ed espresso dall’Avvocatura il 28 luglio 2005. È stato però diffuso nelle scuole bergamasche solo nei giorni scorsi.

(05/11/2005)

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