Maltempo, i campi sono ormai fradici. Coldiretti: già perso dal 15 al 20% dei raccolti

MALTEMPO. Il meteo non dà tregua, agricoltura in sofferenza. Ritardi nelle semine e nelle lavorazioni dei prodotti

Piove da giorni, l’agricoltura sta iniziando ad accusare pesanti problemi già quantificabili in una perdita del raccolto fra il 15 e il 20%. Lo dice Coldiretti Bergamo che sta monitorando la situazione sperando nel frattempo in un miglioramento dei bollettini meteo. Secondo i dati in mano all’associazione di categoria, solo nella notte fra martedì e ieri sono caduti 60millimetri d’acqua. Ciò sta praticamente impedendo agli agricoltori, soprattutto della pianura, di entrare nei campi ormai saturi d’acqua e trasformati in distese di fango. Di conseguenza si accumulano ritardi nelle lavorazioni e, in particolare, della semina del mais. Un ritardo che, secondo Coldiretti Bergamo, significherà inevitabilmente una perdita del prodotto nel momento della raccolta: «Il seme impiantato a maggio invece che ad aprile – spiega il presidente Gabriele Borella – avrà meno tempo per crescere. Inoltre, nella sua iniziale fase di sviluppo, subirà le temperature che a maggio, una volta che uscirà il sole, saranno più calde rispetto ad aprile. Il mais che ne deriverà, quindi, sarà molto meno sviluppato e ciò non potrà che voler dire un calo di produzione».

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Si parla già, appunto, di un calo inevitabile fra il 15 e il 20%. Se si calcola che per ogni ettaro (un ettaro è pari a 10mila metri quadri) di terreno vengono prodotti mediamente 150 quintali di mais, allora è facile calcolare che si sta parlando di una perdita fra circa 20 e 30 quintali. Il mais, trinciato, viene solitamente destinato alle stalle come alimento per gli allevamenti e per sostituirlo gli agricoltori dovranno rivolgersi al mercato, con maggiori costi a loro carico. Meglio non va per chi ha già seminato come lo stesso Borella: nella sua azienda di Caravaggio sono già stati seminati a mais 11 ettari. In questo momento le piantine in crescita sono sommerse dall’acqua e stanno subendo anche le basse temperature anomale per il periodo. In alcune aziende agricole le semenze sono già marcite e quindi gli agricoltori dovranno riseminare. «Oramai comunque la crescita è compromessa – continua Borella –. Il mais arriverà ugualmente a maturazione ma è chiaro che sarà un prodotto meno sviluppato e ciò porterà sempre a un calo di produzione».

Non si registrano problemi solo in pianura. In montagna, segnala ancora Coldiretti, le copiose precipitazioni hanno «allettato» l’erba e la stanno facendo marcire, quindi il primo taglio di fieno difficilmente si potrà recuperare. E per frutta e verdura in campo non va meglio: le ciliegie invece di maturare stanno scoppiando per l’eccesso di acqua. Anche chi deve eseguire nuovi impianti a vigneto ha difficoltà nella preparazione dei terreni: non riesce ad arare, fresare, livellare con conseguente ritardo della piantumazione. «Sempre più spesso l’agricoltura – conclude Borella – si confronta con gli effetti dirompenti dei cambiamenti climatici. Ormai programmare le attività diventa sempre più difficile perché gli sfasamenti stagionali, gli sbalzi termici e il rapido passaggio dal sole al maltempo non sono prevedibili».

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