Atalanta, il match report disegna una forma «da finale»: duelli, recuperi, pressione, c’è tutto quel che serve

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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Q uattro giorni fa, un noto quotidiano sportivo d’oltralpe aveva celebrato la vittoria dei nerazzurri contro l’Olimpique Marsiglia con il titolo, “una autre categorie” (di un’altra categoria), riferendosi esplicitamente alla differenza di valori tra i nerazzurri di Gasperini e l’OM. Una partita tra squadre di diversa categoria è sembrata anche quella giocata domenica sera al Gewiss, e che ha visto opposta l’Atalanta alla Roma di Daniele De Rossi. I nerazzurri hanno letteralmente surclassato i giallorossi nei primi 65 minuti, segnando 2 reti, colpendo 2 legni, e divorandosi letteralmente almeno altre 4 palle gol. Di fronte a loro si è trovata una squadra che a mala pena si reggeva in piedi, provata dalle fatiche della gara giocata a Leverkusen tre giorni prima, con poche idee, e con una fase di non possesso del tutto rivedibile per non dire altro. Due squadre di categorie diverse per valori espressi sul terreno di gioco dunque, anche se Atalanta e Roma prima della partita condividevano la stessa posizione in classifica. La differenza di valori tra le due formazioni è stata riconosciuta anche dal tecnico dei giallorossi, che con molta onestà a fine gara ha ribadito che i suoi non meriterebbero di finire il campionato davanti all’Atalanta. Tutto bene dunque, se non fosse che nella gara straripante dei nerazzurri, i giocatori di Gasperini hanno raccolto davvero poco nonostante una produzione offensiva stellare: 2.94 xG (più di 1 xG rispetto alla media), 23 tiri fatti (+10 rispetto alle media), di cui 6 finiti nello specchio della porta difesa da Svilar. E questo “raccogliere poco” poteva anche costare caro alla formazione bergamasca, che dopo il rigore inventato dall’arbitro Guida, si è trovata a dover fronteggiare il prevedibile assalto dei giallorossi, che a quel punto della partita non avevano più nulla da perdere.

Ma ora incominciamo ad entrare nel vivo di questa seconda parte di analisi, partendo dallo schieramento della Roma. Per stessa ammissione del tecnico De Rossi, il modulo tattico utilizzato dai capitolini era difficilmente inquadrabile, e per ampi tratti di gara ha assunto una “forma a specchio” (o quasi) rispetto a quello utilizzato dai nerazzurri. Wyscout lo ha identificato comunque come un 4-2-3-1 mantenuto in modo costante per tutti i 97 minuti. In effetti con quel modulo la Roma si è disposta nella fase di possesso (almeno per quanto ha riguardato le due prime linee), come dichiarato da De Rossi (confermato anche dalla grafica qua sotto), tranne nel finale di gara, dove l’utilizzo del 3-4-3 utilizzato in entrambe le fasi di gioco è parso più evidente.