Affitti brevi in impennata. E volano i ricavi: +60,9%

I DATI. La crescita rilevata da Inside Airbnb: in Bergamasca gli annunci di alloggi passati da 2.667 a 3.048, con un +14,3%. In città balzo del 21,4%

Il punto di partenza è nei numeri, in costante crescita. La proliferazione di Airbnb – il principale portale web che raccoglie e pubblica gli annunci per gli affitti brevi turistici – prosegue in Bergamasca, il 2023 è stato un anno di ulteriore espansione: se al 31 marzo 2023 in tutta la provincia si contavano 2.667 annunci, a fine 2023 si è arrivati a quota 3.048, con una crescita del 14,3% nel giro dei nove mesi più caldi per il turismo, peraltro nel periodo in cui s’è colto nella maniera più nitida l’effetto-Capitale della Cultura. E se si restringe il campo d’osservazione alla sola città, il balzo è stato ancora maggiore: dai 992 annunci di fine marzo 2023 si è passati al 1.204 di fine dicembre 2023, +21,4%.

Giro d’affari in crescita

Sempre stando alle rilevazioni di InsideAirbnb, piattaforma che scandaglia automaticamente i dati pubblicati sul portale Airbnb, questo mercato è sempre più redditizio. A fine marzo 2023 il ricavo medio di una struttura (in prevalenza appartamenti) piazzata su Airbnb era di 5.656 euro annui, ma a fine dicembre 2023 si sono toccati i 7.963, con una crescita del 40,8%. Moltiplicando il ricavo medio per il numero di strutture, il giro d’affari in Bergamasca supererebbe ora i 24,2 milioni di euro annui, contro i 15 milioni annui che si stimavano a marzo 2023 (+60,9%).

Se un ricavo medio di poco inferiore agli 8mila euro annui dà conto tutto sommato di attività che sembrerebbero utili più che altro per arrotondare, e non per vivere autonomamente dei ricavi di un appartamento messo in affitto su Airbnb, c’è invece un altro indicatore che permette di cogliere lo spirito ormai imprenditoriale, soprattutto in città. InsideAirbnb consente infatti di isolare le 194 strutture «più recentemente e frequentemente prenotate», in sostanza gli annunci top del capoluogo (occupate in media per 194 notti l’anno, oltre sei mesi l’anno): in questo caso, le entrate annuali arrivano in media a 27.360 euro. Come un reddito.

Il nodo delle norme

Sul settore si affacciano però nuove norme. Nei giorni scorsi la Commissione Politiche per il turismo della Conferenza delle Regioni ha dato parere favorevole a un decreto del ministero del Turismo che introduce alcune novità. Come l’istituzione di un «Codice identificativo nazionale», una sorta di pedigree della struttura che dovrà essere pubblicato a corredo degli annunci web e segnalato anche all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento. La Lombardia si era già dotata di un codice identificativo regionale negli anni scorsi, che sarà ora da tradurre nel codice nazionale. «Una scelta giusta – commenta Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo –, a tutela del turista e della leale concorrenza. Il tema vero, in questo caso, è quello dei controlli». «Bene la sua introduzione – concorda Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo –: gli obiettivi di questa nuova banca dati sono la lotta all’abusivismo ricettivo, la trasparenza e tutela del consumatore».

Se a livello di codice – in teoria – non dovrebbero esserci particolari problemi, un’altra norma che meriterà maggior approfondimento (e controlli) è quella legata ai nuovi obblighi di sicurezza: il decreto impone a che ogni appartamento o camera messa in locazione breve o turistica sia dotata di «dispositivi per la rilevazione di gas e monossido di carbonio», oltre che di estintori (uno ogni 200 mq, e minimo uno per piano). «È una scelta giusta anche questa, visto che le strutture ricettive hanno già obblighi importanti in materia di sicurezza – rileva Paolo Prestini, presidente di Aigo Confesercenti Bergamo, che rappresenta il comparto extraricettivo come B&B e affittacamere –. Airbnb resta però una giungla, nella gran parte dei casi gestita senza una vera imprenditorialità e mettendo sul mercato appartamenti che vengono tolti alla residenzialità. In questa moltiplicazione di Airbnb si sta perdendo il vero senso dell’accoglienza turistica, perché tutto è affidato a una semplice consegna delle chiavi».

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